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Neonati a rischio: come si svolgono le missioni di soccorso di infermieri e medici specializzati del Gaslini

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Diverse volte abbiamo parlato delle missioni di medici e infermieri del Gaslini. Per salvare la vita di un neonato critico può capitare che un’équipe di infermieri e medici specializzati si distacchi dall’ospedale per trasferirsi con un aereo militare in un’altra regione italiana o in uno stato estero.
Ma come funziona esattamente questa tipologia di servizio? A fare chiarezza è lo stesso istituto pediatrico “Giannina Gaslini”.

“Quando è necessario è il Gaslini che “si sposta” e va direttamente a prendere i bambini in gravissime condizioni. Un particolare staff della rianimazione si occupa del trasporto di neonati e di bambini critici che possono aver bisogno di tecniche di supporto cardiorespiratorio avanzato o di accedere alle specialità chirurgiche dell’Istituto.
Per fare questo è necessario portare al di fuori della Rianimazione le tecnologie necessarie per stabilizzare un bambino o un neonato molto grave e portarlo in sicurezza al Gaslini dove può proseguire il percorso di cura. Bambini in cui la funzione del cuore e dei polmoni è molto compromessa, che possono aver bisogno di supporto extracorporeo come l’ECMO, o che hanno bisogno di interventi chirurgici specialistici.

Come viene effettuato il servizio?

Il trasporto viene effettuato in ambulanza, in elicottero e in alcuni casi attraverso l’utilizzo di mezzi aerei dell’Aeronautica Militare e viene coperto tutto il territorio nazionale, in alcuni casi abbiamo portato al Gaslini bambini ricoverati in strutture estere.
Il trasporto ha senso se si è in grado di garantire standard di cura uguali o più elevati rispetto a quelli a cui il bambino era sottoposto presso l’ospedale inviante, questo è l’obiettivo del nostro sistema di trasporto. Una volta giunti al Gaslini, l’approccio è quello di una valutazione multidisciplinare che proseguirà le cure e verrà ritrasfrerito presso il centro inviante, una volta che avrà terminato le cure specialistiche che un centro di terzo livello come il Gaslini può garantire.

La rianimazione si occupa del trasporto di neonati e di bambini critici che possono aver bisogno di tecniche di supporto cardiorespiratorio avanzato o di accedere alle specialità chirurgiche dell’Istituto. Per fare questo è necessario portare al di fuori della Rianimazione le tecnologie necessarie per stabilizzare un bambino o un neonato molto grave e portarlo in sicurezza al Gaslini dove può proseguire il percorso di cura. Bambini in cui la funzione del cuore e dei polmoni è molto compromessa, che possono aver bisogno di supporto extracorporeo come l’ECMO, o che hanno bisogno di interventi chirurgici specialistici.

Come si classificano le U.O. di Neonatologia

Prima di tutto vediamo le caratteristiche dei 3 livelli di Neonatologia. I livelli di Neonatologia definiscono le caratteristiche dell’assistenza specializzata al neonato nelle UTIN (Unità di Terapia Intensiva Neonatale). Questi livelli sono stati definiti dalla Società Italiana di Neonatologia e dalla Società Italiana di Medicina Perinatale.

Neonatologia di I livello

Riguarda tutte le strutture con meno di 1.000 nascite all’anno. Queste strutture sono in grado di fornire al neonato le cure base dopo la nascita. Gli ospedali con Neonatologia di I livello devono:

  • garantire la rianimazione nei casi necessari;
  • valutare e fornire le cure neonatali ai bambini sani;
  • stabilizzare e curare i bambini nati tra la 35° e la 37° settimana di gestazione che sono fisiologicamente stabili;
  • stabilizzare i neonati malati e quelli nati prima della 35° settimana di gestazione, fino al trasferimento presso una struttura che può fornire un livello adeguato di assistenza.

Neonatologia di II livello

Riguarda tutti gli ospedali e le cliniche dove nascono almeno 1.000 bambini all’anno e che sono in grado di erogare cure più specialistiche. Le strutture con Neonatologia di II livello devono garantire:

  • l’assistenza a bambini di peso alla nascita superiore ai 1500 grammi nati oltre le 32 settimane di gestazione;
  • la cura di bambini convalescenti provenienti da centri di terzo livello;
  • la rianimazione e la stabilizzazione di bambini pretermine e/o malati prima del trasferimento presso una terapia intensiva neonatale.

Neonatologia di III livello

Sono strutture che possiedono macchinari in grado di monitorizzare la funzione cerebrale, cardiovascolare, respiratoria e di strumenti di diagnostica come Risonanze magnetiche e TAC. Le strutture con Neonatologia di III livello si dividono in 3 tipi:

  • Terzo livello A: sono le strutture che possono garantire:
    – l’assistenza ai bambini nati dopo le 28 settimane di gestazione e che pesano più di 1000 gr;
    – la ventilazione meccanica;
    – l’esecuzione di interventi di chirurgia di base.
  • Terzo livello B: sono le strutture che possono garantire:
    – l’assistenza ad ogni neonato indipendentemente dal peso e dall’età gestazionale;
    – il supporto respiratorio avanzato come la High frequency ventilation e l’inalazione di ossido nitrico;
    – l’accesso a numerosi specialisti pediatrici;
    – la diagnostica per immagini comprensiva di ecografia, TC, RM.
  • Terzo livello C: le strutture che possono garantire (oltre a tutte le caratteristiche delle strutture di Livello B):
    – la possibilità di fornire un supporto tramite circolazione extracorporea;
    – la riparazione chirurgica delle malformazioni cardiache congenite

Il reparto di Patologia e Terapia Intensiva Neonatale accoglie circa 500 neonati all’anno, di cui circa 100 prematuri con peso molto basso alla nascita (peso neonatale inferiore a 1500 grammi), numero di pazienti ideale, come auspicato anche da  studi internazionali per garantire un buon livello di “expertise” professionale.

In linea con questi principi giova ricordare l’accordo Stato-Regioni del 2010 per il quale si auspica che tutti i neonati sotto le 34 settimane di età gestazionale, nascano in un centro di Terzo Livello dotato di una Terapia Intensiva Neonatale. Tale accordo prevede anche  che le Terapie Intensive Neonatali gestiscano almeno 50 neonati di peso inferiore ai 1500 grammi al fine di garantire un’adeguata assistenza e cura del neonato.

Simone Gussoni

Fonte: gaslini.org

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