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“Quota 100”, le riflessioni di Fials Lombardia

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“Quota 100”, le riflessioni di Fials Lombardia
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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato a cura della segreteria regionale del sindacato.

Sanità pubblica = tanta incertezza. Nonostante di “quota 100” si parli dallo scorso anno, in quanto nuovo criterio pensionistico alternativo a quelli in vigore, purtroppo non si sa ancora quali strumenti legislativi verranno sdoganati gli interventi per contrastare gli effetti della fuoriuscita dal mercato del lavoro di personale sanitario (dirigenza e comparto), ossia gli strumenti dai quali le Regioni potranno trarre legittimazione per le azioni a seguire.

I dati statistici ampiamente diffusi offrono stime che, se confermate, richiedono una risposta immediata per la tenuta e la stabilità di un sistema sanitario regionale, già da tempo in sofferenza. Secondo Roberto Gentile, segretario generale di Fials Lombardia, le leve prioritarie attraverso le quali intervenire devono necessariamente passare dalla tanto decantata (e non ancora attuata) revisione degli anacronistici vincoli di spesa per le assunzioni del personale (fissate nel non superamento della spesa complessiva del 2004, meno l’1,4%), impositive negli anni di restrittive politiche assunzionali che hanno messo a dura prova la capacità di risposta prestazionale.

Gentile ricorda – a riprova delle vigenti e permanenti difficoltà delle aziende sanitarie nel soddisfare i molteplici e peculiari bisogni di assistenza e di cura della popolazione lombarda – il ricorso a servizi esterni, a personale precario titolare di contratti di somministrazione con cooperative (da affiancare al personale dipendente), al lavoro interinale, a consulenze e consulti, i cui oneri di spesa risultano ininfluenti sui capitoli di bilancio dedicati alle spese del personale, anche se inerenti l’erogazione di prestazioni sanitarie e socio-sanitarie.

Sempre Gentile ritiene che non basti sbloccare i turnover, mantenendo invariati i limiti di spesa per le assunzioni. Occorre partire da effettivi e immediati piani triennali di fabbisogno delle risorse umane, strumenti ponte verso l’aggiornamento e la funzionalizzazione degli assetti organizzativi degli enti. Occorrono linee guida che Fials ha già richiesto a Regione Lombardia di elaborare, affinché le aziende siano poste in condizione di riempire di contenuti i predetti piani.

In tale contesto rivestono carattere d’urgenza anche interventi di superamento di quei limiti posti all’utilizzo dei fondi contrattuali regionali destinati al trattamento economico accessorio, da integrarsi anche con risorse relative al totale recupero di quelle relative al personale cessato. Timidi, ultimi approcci, ancorché insufficienti, sono rintracciabili al comma 2, dell’art. 11 del decreto legge “sulla semplificazione” (n. 135/2018), dove si prevede che le pubbliche amministrazioni, nel triennio 2018-2020, possono anche utilizzare per politiche assunzionali a tempo indeterminato (con relativi trattamenti accessori) fondi stanziati per contratti di lavoro flessibili.

Quanto sopra, secondo Gentile, vuole rappresentare un’iniziale riflessione, affinché sia dato spazio a prioritarie e immediate politiche di programmazione da condividere tra tutti gli attori in gioco, cui devono seguire celeri azioni attuative non più dilazionabili per la difesa del bene salute, valore primario costituzionalmente tutelato non solo in una valenza soggettiva, ma anche nella sua dimensione di interesse della collettività.

Redazione Nurse Times

 

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