Sui vaccini: “La richiesta di Salvini era un pastrocchio. L’obbligo relativo al morbillo non si tocca”.
Ospite della trasmissione Tagadà, su La7, il ministro della Salute, Giulia Grillo, è tornata a parlare dell’accordo raggiunto la scorsa settimana sullo sblocco del tetto di spesa per il personale sanitario, respingendo le critiche ricevute, in primis dall’Anaao, per le poche risorse messe a disposizione: “La maggior parte delle Regioni ha soldi da spendere per assumere, ma prima non lo potevano fare perché c’era una norma che le bloccava. È un momento storico perché si riconosce la necessità di investire sul personale, che è il cuore della sanità pubblica e vale per tutte le Regioni”.
Non poteva mancare una battuta sui vaccini. A tal proposito, Grillo ha ricordato la lettera con cui il vicepremier Matteo Salvini aveva proposto di far slittare la dead line del 10 marzo (prevista dalla Legge Lorenzin) per dimostrare di essere in regola con le vaccinazioni: “Aveva chiesto di fare un decreto legge, che com’è noto deve avere i caratteri della necessità e dell’urgenza (che non aveva), per rinviare gli obblighi previsti dalla Legge Lorenzin. Insomma, una sorta di pastrocchio giuridico e sanitario, che non aveva senso. Va bene chiedere, ma il ministro della Salute sono io e so bene quello che devo fare”.
Il ministro ha poi ribadito che l’obbligo vaccinale per il morbillo, al momento, non si tocca: “C’è un’epidemia ancora in atto. Quando ci potremo rasserenare, il Governo valuterà se togliere l’obbligo, che deve essere sempre commisurato alle esigenze epidemiologiche del Paese”.
Il ministro ha parlato anche delle autonomie: “Non farò in modo che ci siano solo alcune Regioni avvantaggiate e che le altre rimangano per strada. L’unità nazionale è tutelata dalla Costituzione”.
Redazione Nurse Times
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