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Milano, infermieri e tecnici del San Raffaele pronti allo sciopero: “Ridateci gli stipendi del 2012”

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Milano, infermieri e tecnici del San Raffaele pronti allo sciopero: “Ridateci gli stipendi del 2012”
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La serrata è in programma per venerdì 12 aprile. Oggi assemblea con corteo interno. Ieri hanno protestato i lavoratori delle mense.

C’è maretta all’ospedale San Raffaele di Milano, acquisito nel 2012 dal gruppo privato accreditato San Donato che in tre anni ha risanato i conti e restituito una parte di quel 9% in busta paga che in 3mila tra infermieri, tecnici e ausiliari avevano accettato di tagliarsi per evitare 244 licenziamenti. L’ultimo accordo è scaduto l’anno scorso, la trattativa è ricominciata e i sindacalisti, guardando crescere l’Iceberg progettato da Mario Cucinella per ospitare il Polo chirurgico e l’Emergenza-urgenza, iniziano a ipotizzare che a finanziarlo siano stati gli stipendi.

“Calcolando le mancate progressioni orizzontali e i tagli sugli incentivi subiti negli ultimi sei anni, si arriva ai 60 milioni di investimento”, si legge nel volantino col quale il Sgb del San Raffaele ha annunciato l’assemblea odierna, con corteo interno, per informare anche l’utenza dello sciopero proclamato per venerdì 12 aprile. Non mancano gli striscioni tematici all’ufficio infermieristico e al cantiere: “II part-time è un diritto”; “L’incentivo è un investimento: non basta il cemento!”.

«Sono anni che facciamo sacrifici – chiarisce la delegata Daniela Rottoli. Chiediamo di tornare almeno alle retribuzioni del 2012 e recuperare la progressione orizzontale cancellata a gennaio 2013». E anche «la stabilizzazione dei colleghi precari», aggiunge Margherita Napoletano (Rsu).

Ieri, intanto, dalle 11 alle 14, hanno protestato i lavoratori delle mense, circa 170, dipendenti non del San Raffaele ma della cooperativa Camst, che da novembre ha l’appalto per rifocillare degenti, dipendenti e studenti della Vita-Salute. «Chiedono che la coop smetta di modificare unilateralmente, e anche quotidianamente, gli orari del part-time, e di garantire la sorveglianza sanitaria», spiega Alessandro Ingrosso della Fisascat Cisl. Su mille pasti, sono stati garantiti i 300 «d’emergenza» ai ricoverati.

Redazione Nurse Times

Fonte: Il Giorno

 

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