Rose Marie Bentley, morta per cause naturali all’età di 99 anni, aveva deciso da tempo di donare i propri organi alla ricerca scientifica.
La dineina è la proteina determinante per l’induzione della lateralizzazione: essa è infatti costituente dei flagelli che creano, nell’embrione, le correnti attraverso le quali gli ormoni inerenti allo sviluppo dell’individuo vengono direzionati secondo un ordine preciso.
Qualora il gene codificante la proteina, e la proteina stessa, sono funzionanti, l’organismo sarà “destro”. Altrimenti si ha il situs inversus, che può essere globale, speculare (situs viscerum inversus), o parziale (situs ambiguus).
La prevalenza del situs inversus varia all’interno delle diverse popolazioni, ma è comunque meno di 1 caso ogni 10.000 abitanti.
Nonostante le previsioni di breve vita che generalmente chi è affetto da questa condizione ha, Rose Mary avrebbe sempre goduto di ottima salute, non rendendosi conto della propria condizione fino all’esame autoptico.
“Se lo avesse saputo – racconta la figlia Ginger Robbins – ci avrebbe riso sopra.”
La donna però ha trascorso una vita lunga e lieta in un piccolo paese dell’Oregon, passando a miglior vita nel 2017. L’anziana avrebbe sempre goduto di ottima salute, non avendo mai bisogno di recarsi in ospedale nel corso della vita. Aveva sempre pensato di godere di ottima salute, a parte un leggero bruciore di stomaco che le capitava di tanto in tanto, decidendo pertanto di donare il proprio corpo alla scienza, in modo da poter scoprire cosa le avesse permesso di trascorrere una vita sempre priva di patologie di rilievo.
Secondo i docenti universitari che hanno esaminato i suoi organi, un caso similare al suo si verificherebbe ad una persona ogni 50 milioni.
Lascia un commento