Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a firma di Alfredo Sepe, segretario provinciale del sindacato, e Stefano De Pandis, segretario aziendale (foto).
L’azienda Usl di Imola è, ormai da tempo, apatica verso qualsiasi richiesta di aiuto che i dipendenti, tramite il sindacato, espongono da mesi. Oltre a non ricevere alcun riscontro alle numerose lettere e missive inviate a codesta amministrazione su temi importanti come la trasparenza e pari diritti di sviluppo professionale e carrieristico, sembrerebbe che alla Usl non importi nulla nemmeno dei dipendenti turnisti h24 con figli minori a carico, che chiedono semplici turni opposti e non coincidenti, come da Legge 8 marzo 2000 n. 53 (“Disposizioni per il sostegno della maternità e paternità”).
Il modello dell’organizzazione del lavoro va orientato alla flessibiltà e all’equilibrio tra i tempi di vita e di lavoro e va improntato a principi di solidarietà sociale per il sostegno della maternità, con misure dirette a garantire la piena tutela della donna lavoratrice e nel contempo a salvaguardare il suo ruolo essenziale nella famiglia. Inoltre non è ancora pervenuto alle organizzazioni sindacali il programma del piano di riduzione estiva dei posti letto e del blocco operatorio, per permettere il pieno godimento delle ferie estive ai dipendenti già ampiamente spremuti da doppi turni e continui richiami in servizio, con conseguente e legittima perplessità riguardo alla possibilità materiale di godere di tale periodo di ferie.
Precisiamo, richiami del tutto illegittimi che vedono anche un ampio utilizzo dei social network e Whatsapp, per comunicare al dipendente il rientro in servizio dalle ferie o il doppio turno da effettuare, entrando a gamba tesa nella sfera privata della sua quotidianità, spesso violando probabilmente anche la privacy. Stesso discorso per il piano delle pronte disponibilità dei dipendenti afferenti ai servizi di emergenza-urgenza e del blocco operatorio, ancora non pervenute per l’anno in corso. Ad oggi si continua ad utilizzare tale istituto in maniera del tutto opposta a quanto stabilito dal Ccnl, il tutto per far fronte alla grave carenza di organico.
Ancora, gli operatori del 188 sono obbligati a svolgere doppie mansioni per dare sostegno allo smaltimento dei codici colore attributi dal triage del Ps, con un dispendio di energie e tempo, che in alcuni casi potrebbe compromettere l’intero intervento di emergenza sul territorio, oltre all’abbandono obbligato del paziente precedentemente preso in carico in regime ambulatoriale durante una chiamata improvvisa. Assistiamo a continue riorganizzazioni interne, come quelle della Medicina A, effettuate in via sperimentale con l’organico non a pieno regime, (tra i 4 settori del reparto vige discordanza di personale infermieristico e differenti piani di lavoro), ma al contempo i pazienti e le cure da erogare sono le stesse.
Riorganizzazione volta a incrementare e potenziare la fascia serale (dalle 20 alle 24), vista la presenza di soli 4 infermieri per 66 posti letto nell’orario notturno, con tutte le difficoltà che ne conseguono. Riorganizzazione che ha peggiorato lo stato attuale dell’organizzazione, proprio in virtù della disomogenea quantità di infermieri tra i settori, che non permette a tutto il personale di coprire a pieno il reparto fino alle 21, quando basterebbe una sola unità infermieristica in più per risolvere il definitivamente il problema infermieristico. Permane, invece, la perpetua carenza di operatori socio-sanitari che nel turno notturno: addirittura non sono previsti. Il tutto si traduce nella presenza di soli 4 infermieri per tutto il reparto dalle 19:30: un controsenso assurdo.
Non tenendo in considerazione, poi, le imminenti ferie estive da programmare, le numerose assenze (maternità non sostituite, licenziamenti, mobilità, infortuni, assenze per Legge 151, congedo parentale), l’altissimo turnover di professionisti neo-assunti da affiancare e rendere autonomi nell’espletamento del turno. Tutte condizioni che il reparto cerca di compensare da ormai troppo tempo. La maggior parte dei lavoratori prende coscienza che è meglio abbandonare la nave in cerca di porti più sicuri. Per tutto quanto sopra elencato, assistiamo, da mesi ormai, a un inarrestabile esodo dei professionisti sanitari a tempo indeterminato, che accedono alle mobilità e sostengono nuovi concorsi pur di abbandonare Imola.
Non ultima, la gravissima questione del mancato accantonamento del 2% del fondo ex art, 113 Dlgs 50/2016 delle funzioni tecniche (incentivo appalti). Somme che non solo non risultano in bilancio, ma non risultano accantonate nel fondo specifico dal 2016. Parliamo, quindi, di ingenti somme a più zeri, che i dipendenti non vedono da anni. Dove sono finiti i soldi dei lavoratori? Saranno serviti per portare il bilancio in pareggio? Fials, sulla questione, ha presentato un ricorso legale. Se le non cambieranno le circostanze in tempi brevi, saremo costretti a proclamare uno sciopero di 48 ore di tutti i dipendenti della Usl di Imola.
Redazione Nurse Times
ALLEGATI
Richiesta confronto urgente: Abuso del richiamo durante le ferie
Diffida: Doppie mansioni 118
Diffida: Fondo incentivi funzioni tecniche
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