Il reparto è stato premiato per la miglior comunicazione europea nel settore dell’immunopatologia renale.
Con circa duecento biopsie renali annue, la Nefrologia di Eboli, nell’Asl Salerno, è diventata negli anni un punto di riferimento in ambito regionale e finanche nazionale per la diagnosi e per l’individuazione di terapie mirate nelle varie patologie renali.
Era lo scorso febbraio, circa quattro mesi fa. Le competenze e le professionalità che operavano nella Nefrologia dell’ospedale di Eboli vennero messe in discussione: una visita dei Nas mise in dubbio il lavoro immane svolto dal personale tutto, ma soprattutto dall’attuale dirigente, Giuseppe Gigliotti, e dal responsabile dell’Immunopatologia renale, Michele Nigro (nella foto con Pierluigi D’Angiò).
Leggere titoli dei giornali, dove l’unità operativa era messa sotto accusa, preventivamente e pregiudizialmente condannata, avrebbe potuto smontare anche gli entusiasmi più genuini. Non è stato così a Eboli. Dopo un comprensibile attimo di smarrimento, tutto il personale (ausiliario, infermieristico e medico) ha lavorato ancor più alacremente, in silenzio, in sordina e a testa bassa, consapevole delle potenzialità che avrebbero fatto rialzare quelle teste, orgogliosamente! Il tempo è galantuomo.
In questo clima si è continuato a lavorare al progetto che, qualche giorno fa, al Congresso europeo di Nefrologia di Budapest, è stato premiato per la miglior comunicazione europea nel settore dell’immunopatologia renale. Un premio ottenuto grazie al lavoro dei dottori Viggiani, Nigro, Gigliotti, D’Angiò, Giammarino, ma che ha gratificato tutta l’equipe, che adesso si ritufferà con rinnovato entusiasmo nel lavoro di tutti i giorni.
Volendo entrare nello specifico, lo studio ha indagato la responsabilità dei singoli nefroni nelle varie patologie che portano all’insufficienza renale. La creatinina è un marcatore della funzione renale, ci informa su “quanto” funziona un rene, ma non ci dice come si arriva a quella funzionalità. Questo studio ha indagato la funzione renale, considerando il numero totale di nefroni e il singolo nefrone. Chiarendo con un esempio: se un rene funziona al 50%, è perché il 50% dei nefroni è indenne e il restante 50% è assolutamente inutile, o invece tutti i nefroni del rene funzionano al 50%? Le risposte trovate sono diverse nelle varie patologie esaminate e meritano ulteriori approfondimenti.
In attesa che da questo studio possano derivare nuove conoscenze e nuove terapie per chi soffre di insufficienza renale, l’unità operativa di Nefrologia di Eboli si gode l’ambito premio.
Massimo Arundine
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