Il legale dell’uomo e il segretario provinciale del sindacato affermano in coro: “Caso di malagiustizia”.
È stato condannato a quattro anni di reclusione, l’infermiere 59enne in servizio alla Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, accusato di violenza sessuale ai danni di una paziente. Una sentenza, quella di primo grado emessa con rito abbreviato dal gup del Tribunale di Foggia, Carlo Protano, definita “un caso di malagiustizia” dall’avvocato difensore Angelo Pio Gaggiano, che ha aggiunto: “Il mio assistito si è limitato a espletare quanto previsto in caso di occlusione intestinale mediante clisteri. Manovre che però l’accusa classifica come violenza sessuale, aggravata per lo stato di subordinazione della vittima”.
Anche Giuseppe Mangiacotti, infermiere ed ex candidato sindaco, nelle vesti di segretario provinciale Fials, ha espresso solidarietà al collega. Lo ha fatto attraverso un video su Facebook nel quale dichiara: “Un carissimo amico dalla moralità elevata, professionalmente ineccepibile, padre e marito esemplare, ha avuto la sfortuna di essere coinvolto, secondo me, in un caso di malagiustizia, così come ha asserito chi lo ha difeso. La cosa di cui sono rammaricato è che, da quando è successo l’episodio, nessuno gli è stato vicino, tranne l’organizzazione sindacale che rappresento, i miei colleghi e l’avvocato Luciana Raffaela, che lo ha difeso dal punto di vista del lavoro. Fa rabbia sapere che tanti colleghi lo hanno abbandonato, invece di dargli una mano”.
Mangiacotti se la prende anche con l’ospedale: “Aveva il dovere di intervenire e di provare a cercare il contradditorio. Invece, come Ponzio Pilato, se ne è lavato le mani. Ha provveduto a fare una sospensione cautelativa e poi alla sospensione attraverso il procedimento disciplinare, fino al licenziamento. Noi della Fials, però, crediamo fermamente nella sua innocenza e cercheremo in tutti i modi di aiutarlo. La verità verrà a galla”.
Redazione Nurse Times
Fonte: www.foggiatoday.it
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