Di seguito un comunicato a firma di Francesco Gamma e Giuseppe Verrastro, rispettivamente segretario aziendale (Aor San Carlo di Potenza) e segretario regionale aggiunto del sindacato.
La Uil Fpl Basilicata ha inserito nelle piattaforme presentate alle varie aziende sanitarie la quantificazione della retribuzione dei tempi di vestizione e vestizione. Perciò ha già recentemente chiesto, tramite una diffida del proprio legale, indirizzata a tutte le aziende sanitarie, che nelle prossime contrattazioni, alla luce della sentenza 3901/2019 della Corte di Cassazione, di istituire una “retribuzione” per i tempi di vestizione e vestizione del personale del comparto sanità.
La recente sentenza 6954/2019 del Tribunale di Roma è da considerarsi storica in quanto afferma una volta per tutte che esiste una questione di demansionamento nelle aziende sanitarie, a tutti i livelli e in tutte le categorie.
Ovviamente la sentenza si riferisce prettamente agli infermieri e alla crescita di un’intera area professionale, che passa anche dalla consapevolezza del grave danno che si infligge ai pazienti quando il loro tempo viene “scippato” per dedicarsi ad attività che non rientrano assolutamente nel loro profilo professionale. Da non sottovalutare le responsabilità che hanno dirigenti infermieristici, coordinatori e figure intermedie che permettono tutto ciò.
Nelle nostre aziende sanitarie, data la carenza di personale (e lo abbiamo sottolineato più volte nei nostri comunicati) vi è un forte demansionamento, a cui occorre porre rimedio, costringendo le aziende ad assumere le giuste figure preposte, ognuna che svolga il proprio profilo e la propria mansione. Questa, insieme ad altre sentenze, deve assolutamente richiamare l’attenzione di tutti gli attori della sanità, dai dirigenti alla politica, affinché le questioni vengano affrontate e risolte definitivamente. La Uil Fpl ha già investito il suo pool di avvocati e ha dato mandato di studiare la sentenza al fine di avviare varie azioni legali, magari collettive o individuali, e sta preparando la diffida da presentare alle aziende. Pertanto invitiamo i lavoratori a contattarci al fine di poter avviare la prima azione, che è quella di sottoscrivere e diffidare l’azienda, per poi intraprendere l’azione giudiziaria definitiva.
Redazione Nurse Times
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