Secondo l’ad di Vodafone, la nuova tecnologia avrà un impatto tra i 4 e i 5 miliardi sul Pil.
Una ventina di chilometri separano il paziente sul tavolo operatorio dal chirurgo che esegue in remoto un intervento di microchirurgia laser. Il 5G, la banda ultra-larga su cui Vodafone ha investito in Italia 2,4 miliardi solo per aggiudicarsi le frequenze, annulla il tempo in termini di latenza e le distanze. Con un sistema di telechirurgia robotica sviluppato in collaborazione con l’Istituto italiano di tecnologia (Iit), l’ospedale San Marono di Genova e l’ospedale San Raffaele, il chirurgo controlla in tempo reale il robot, azionando laser e pinze manipolatrici, seguendo su un visore per la realtà aumentata l’area d’intervento.
Ieri è stato così portato a termine il primo intervento, per quanto si trattasse di un trial, di telechirurgia su rete 5G in Italia. «Mostriamo alcune delle potenzialità del 5G nel settore sanità e benessere, uno dei grandi temi su cui avrà impatti molto profondi», ha detto Aldo Bisio, amministratore delegato di Vodafone Italia, presentando a Milano il 5G Healthcare, evento in cui sono state raccontate una quarantina di soluzioni verticali che utilizzano la nuova tecnologia.
«Il 5G avrà impatti molto profondi e potenziali di sviluppo, che libereranno un’enormità di risorse che possono essere dislocate e impiegate in nuovi servizi ancora più estesi ai cittadini – continua Bisio –. Avrà un impatto tra i 4 e i 3 miliardi sul Pil. Un Pil di alta qualità, fatto di ingegneri, tecnici e persone che cambieranno il mondo e le comunità in cui viviamo».
Dei 41 progetti presentati ieri, 38 sono già operativi e, di questi, 9 sono legati alla sanità, con soluzioni verticali che spaziano dal soccorso al consulto a distanza e al monitoraggio remoto. La nuova frontiera del teleconsulto a distanza prevede l’invio di radiografie e Tac, con immagini ad altissima risoluzione, al medico radiologo che collabora a distanza con il tecnico. Nel caso del monitoraggio, questo avviene in casa del paziente affetto da problemi cardiaci, con una soluzione realizzata con Humanitas, L.i.f.e. ed Exprivia Italtel, oppure affetto da patologie respiratorie nel caso del progetto di Politecnico di Milano e Humanitas. In entrambi i casi, grazie all’internet delle cose, ovvero sensori indossabili e ambientali, si crea un canale diretto tra il soggetto e la struttura medica.
Una soluzione simile è impiegabile per monitorare, durante l’allenamento degli atleti, i parametri fisiologici e i movimenti con la trasmissione continua delle informazioni. Sul fronte del primissimo intervento c’è poi l’ambulanza connessa, progetto che vede in prima linea il San Raffaele, l’Areu e il comitato di Milano della Croce Rossa, in collaborazione con la multinazionale francese Altran. I paramedici a bordo dell’ambulanza hi-tech sono in grado di monitorare lo stato del paziente e conoscere la storia clinica degli infortunati, inviando sempre in tempo reale ai medici i parametri vitali e i risultati dei primi esami fatti a bordo, come, per esempio, un’ecografia a colori.
Redazione Nurse Times
Fonte: Il Sole 24 Ore
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