Riceviamo e pubblichiamo un contributo a cura di Elena Albanese, presidente di Diastasi Donna Odv, prima organizzazione di volontariato italiana a occuparsi della patologia.
La diastasi è una e vera patologia, tanto comune quanto sconosciuta. La diastasi addominale si verifica in gravidanza e consiste nella “divisione” longitudinale del retto dell’addome, il muscolo principale della parete addominale anteriore. In pratica, le due parti di cui è costituito questo muscolo si allontanano eccessivamente l’una dall’altra. Per la pressione esercitata dall’utero in crescita, ma anche per i cambiamenti ormonali tipici di questa fase, le due parti che si separano, allontanandosi dalla linea mediana. Ed è lì che si crea un vero e proprio “buco”, che può essere più o meno largo.
Con la diastasi dei retti si può convivere tranquillamente. Se non si hanno disturbi come lombalgie o dolori addominali, resta un problema estetico. In certi casi, con il tempo, il problema peggiora e può essere necessario l’intervento chirurgico. A molte donne, infatti, la diastasi provoca problemi, che vengono spesso scambiati per altri. E per questo si fatica ad avere una diagnosi e si inizia un nomadismo medico che crea sofferenza e grande dispendio di energia e soldi.
Per esempio può causare dolori alla schiena, che si affatica più del normale a causa dell’instabilità della colonna, oppure la sensazione che la schiena sia debole e sia impossibile anche sollevare un peso. Può pure causare dolori alle anche e al bacino, incontinenza, nausea, senso di pesantezza al pavimento pelvico e perfino difficoltà a digerire e a respirare. In diversi casi la diastasi può inoltre provocare un’ernia epigastrica o un’ernia addominale. Nei casi più gravi, quando la separazione delle due fasce muscolari supera i 5-6 centimetri, anche un trauma alla pancia può essere pericoloso, perché può innescare danni a stomaco e intestino. Insomma può essere davvero molto fastidiosa e dolorosa, soprattutto se non riconosciuta e non trattata in tempo.
È per questo che vogliamo diffondere la conoscenza della patologia diastasi dei retti addominali a tutte le donne:
– attraverso incontri e convegni;
– organizzando campagne di sensibilizzazione per far riconoscere la patologia e le cure al Ssn in tutte le Regioni Italiane;
– assistendo, supportando psicologicamente e orientando le donne con la patologia di diastasi;
– aiutando le donne nel post-parto a scegliere le cure più adeguate per la diastasi e per gli esercizi di rinforzo.
Tutto questo attraverso il nostro sito Diastasi Donna (www.diastasidonna.it), la nostra pagina Facebook con 10mila like, il nostro gruppo Facebook con 13mila iscritti, i nostri account Twitter, YouTube e Instagram.
Dalla nostra parte abbiamo anche moltissimi medici specialisti e chirurghi, che ci aiutano GRATUITAMENTE a gestire i contenuti scientifici che trattiamo nei nostri post e nei nostri articoli. Ma tutto ciò non basta. Ancora troppe donne non trovano una risposta alle domande o devono rivolgersi a strutture private per risolvere i loro problemi. E questo, nel 2019, non è proprio tollerabile. Il nostro intento è raggiungere il maggior numero possibile di donne affinché non si sentano sole, come ci siamo sentite sole noi. È il cuore del nostro movimento: “Che nessun’altra si senta sola… mai più”.
Redazione Nurse Times
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