L’equipe diretta dal professor Cillo ha pubblicato la più ampia statistica esistente in letteratura sui risultati dei trattamenti eseguiti in laparoscopia.
L’equipe diretta da Umberto Cillo, direttore dell’UOC di Chirurgia epatobiliare e trapianti di fegato dell’Aou di Padova, ha pubblicato sulla rivista internazionale Journal of Surgical Oncology il risultato di 815 procedure eseguite per via videolaparoscopica di termoablazione con microonde su 674 pazienti affetti da epatocarcinoma al fegato (HCC), riportando una percentuale di sopravvivenza a cinque anni pari al 35.9%, dal 2009 al 2016. Tale pubblicazione rappresenta la più ampia casistica esistente in letteratura.
La tecnica innovativa in laparoscopia porta a radicalità (uccide completamente le cellule tumorali) nella maggioranza dei pazienti, azzerando i noduli sul tumore primitivo del fegato. Sono oltre 4mila le procedure di termoablazione dei tumori primitivi e secondari del fegato sia per via percutanea (1.723 casi) che videolaparoscopica (2.376 casi) eseguiti dal Centro di Chirurgia Epatobiliare dell’A.O. di Padova.
La termoablazione è il trattamento terapeutico che, sfruttando il calore generato da una corrente elettromagnetica, consente di distruggere piccoli tumori primitivi e secondari del fegato. L’utilizzo delle microonde come corrente elettromagnetica per generare calore è divenuto uno dei più utilizzati ed efficaci trattamenti in oncologia chirurgica. Le onde elettromagnetiche, generate da appropriati macchinari, sono veicolate all’interno del fegato attraverso l’impiego di specifiche antenne infisse al centro del tumore. Queste antenne possono essere inserite dall’esterno, per via percutanea, in anestesia locale con la guida dell’imaging strumentale (TAC, ecografia) o in alternativa per via videolaparoscopica, in anestesia generale.
Quest’ultima metodica, rientrando sempre nella schiera dei trattamenti mininvasivi, offre il vantaggio di ottenere un’esplorazione visiva del fegato e della cavità addominale anche dove sarebbe sconsigliato il trattamento percutaneo, come in caso di tumori a collocazione critica o crescita esofitica, o discoagulopatia. Per questa tecnica videolaparoscopica le antenne vengono posizionate all’interno del tumore previa esecuzione di un’ecografia epatica che permette di individuare i noduli epatici da trattare. Le antenne all’interno dei noduli raggiungono un’estrema precisione.
Anche le linee guida internazionali consigliano per il trattamento del tumore primitivo del fegato (epatocarcinoma – HCC) la termoablazione. Questa procedura si è dimostrata efficace come trattamento definitivo per i tumori primitivi del fegato e come soluzione “ponte” nei pazienti affetti da HCC o in attesa di un trapianto di fegato. La termoablazione con microonde è stata estesa anche al trattamento dei tumori secondari del fegato.
L’equipe del professor Cillo, che ha stabilito numerosi primati nella chirurgia del fegato, è così composta: Enrico Gringeri (secondo operatore), Alessandro Vitale, Francesco D’Amico, Domenico Bassi, Francesco Enrico D’Amico, Riccardo Boetto, Marina Polacco, Alessandra Bertacco, Daniele Neri, Patrizia Boccagni, Giancarlo Gemo, Nela Srsen.
Redazione Nurse Times
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