L’azienda biotecnologica ci segnala di aver siglato un accordo di partenariato col ministero della Salute: al via il primo progetto di volontariato di competenza per fronteggiare l’emergenza.
Un’ondata di domande e richieste di informazioni è quella che ogni giorno investe gli operatori del numero verde di pubblica utilità 1500 istituito dal ministro Roberto Speranza sin dalle prime fasi dell’emergenza sanitaria. Dal 29 febbraio ad oggi sono state oltre 400.000 le telefonate gestite dagli operatori di primo e secondo livello, grazie a un servizio attivo 24 ore, 7 giorni su 7, con una media di 23.000 chiamate quotidiane in entrata.
Continuare a fornire questo servizio fondamentale alla cittadinanza e gestire l’aumento esponenziale del numero di richieste comporta un investimento sempre crescente in termini di personale dedicato. È anche nell’offrire il proprio capitale umano e professionale che le aziende private possono affiancare le istituzioni: è quello che ha fatto Roche Italia mettendo a disposizione del ministero della Salute una parte del proprio personale altamente specializzato per affiancare gli operatori di primo livello del numero 1500.
Da questa offerta nasce il protocollo di intesa siglato dal ministero della Salute e da Roche Italia che danno avvio al primo progetto di volontariato di competenza in tempi di COVID-19. Alla campagna lanciata da Roche Italia hanno risposto 250 persone, il 25% di tutto il personale dell’affiliata italiana del Gruppo nelle sue tre divisioni (Roche Pharma, Roche Diagnostics, Roche Diabetes Care). I professionisti di Roche Italia affiancheranno gli operatori di primo livello del numero 1500 a partire dal 1° di aprile, aumentando sensibilmente la capacità di risposta del centralino.
Il numero verde 1500 prevede diversi livelli di assistenza e supporto al cittadino. Il primo livello di assistenza fornisce aiuto nella comprensione delle indicazioni contenute nei diversi decreti emanati dal Governo in tema di contenimento dell’infezione, oltre a informazioni generali sulle precauzioni igieniche e norme di comportamento utili per il contenimento della trasmissione del virus.
Il secondo livello di supporto, fornito da dirigenti sanitari e mediatori culturali in lingua straniera che rispondono dalla Sala operativa del Ministero, supporta i cittadini che necessitino di supporto o indicazioni più specifiche, di natura sanitaria, come quelle richieste in presenza di manifestazione di sintomatologia potenzialmente riferibile a infezione da COVID-19.
Commenta Amelia Parente, responsabile HR & Communications di Roche Pharma: “250 persone di Roche Italia hanno aderito al progetto su base volontaria presentando la propria candidatura e disponibilità in sole 24 ore, termometro del senso di appartenenza e della cultura di responsabilità sociale distintiva del gruppo Roche. In pochi giorni, anche con la collaborazione dei nostri Team di Information Technology globali, abbiamo progettato una piattaforma tecnologica che consentirà ai nostri volontari di operare da casa. Siamo felici che si concretizzi una forma di collaborazione pubblico-privato così innovativa a servizio del Paese in un momento di difficoltà senza precedenti nella sua storia. Lo abbiamo pensato e proposto alle Istituzioni partendo dal presupposto che una situazione eccezionale richieda sforzi ideativi e collaborativi eccezionali. Ringraziamo dunque il Ministero della Salute per la fiducia e l’opportunità”.
L’attività di “volontariato di competenza” dei propri dipendenti fa parte dell’operazione “Roche si fa in 4”, il programma varato da Roche Italia che prevede 4 iniziative per supportare istituzioni, operatori sanitari e cittadini nel fronteggiare e superare l’emergenza coronavirus.
Redazione Nurse Times
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