ROMA – Ferma accusa a Protezione Civile e Istituto Superiore di Sanità (Iss) da parte dell’unione di sindacati Patto per la Professione medica, per le “scelte irresponsabili” relative ai dispositivi di sicurezza per medici e infermieri, “le cui nefaste conseguenze sono visibili“.
Il Patto per la Professione medica, che rappresenta oltre 20 mila medici in Italia (CIMO, FESMED, ANPO-ASCOTI-FIALS Medici, CIMOP), si legge in una nota, si riserva di presentare una denuncia all’Autorità giudiziaria contro la Protezione Civile e di chiedere l’intervento del ministro della Salute sull’Iss.
“Non è ammissibile che la Protezione Civile fornisca presidi scadenti e non idonei – dice l’unione sindacati – soprattutto, è vergognoso che i colleghi dirigenti dell’Iss, attraverso le proprie linee, abbassino i livelli di protezione individuale sulla base non di evidenze scientifiche ma di esigenze di governo e successivamente le modifichino a causa dei palesi errori che hanno esposto medici e operatori sanitari al contagio“.
Gli aderenti al Patto denunciato il fatto che “l’enorme tributo di medici e sanitari in termini di vite umane e di contagi è legato alla carenza o addirittura alla mancanza di Dpi (Dispositivi Individuali di Protezione), ai lunghi tempi di attesa per un tampone, alla confusione organizzativa delle Regioni e della logistica, fino all’eccessiva esposizione al contagio per condizioni di microclima inaccettabili“.
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