A breve inizierà la fase 2 dell’emergenza covid 19; il peggio sembra passato e iniziamo con molta, moltissima prudenza ad allentare la morsa dell’isolamento
Possiamo iniziare a vedere quel domani che la nostra presidente Barbara Mangiacavalli sta da tempo auspicando; ma cosa si aspettano gli infermieri che tanto hanno dato durante la fase acuta dell’epidemia?
Cosa ci ha insegnato questa bruttissima esperienza? Cosa serve al nostro SSN per far si che siano messi a frutto gli insegnamenti di questa orrenda pandemia?
Proveremo a rispondere a queste domande partendo proprio dagli infermieri; perchè se c’è una cosa che tutta questa storia ci ha insegnato, o meglio ricordato (perchè era così anche prima e lo è sempre stato) è che senza infermieri non c’è salute.
Perché la loro scienza e le loro competenze tecniche, relazionali ed educative sono insostituibili e fanno parte integrante di qualsivoglia forma di cura.
Altro aspetto che abbiamo dovuto capire in questa pandemia e che non basta ormai più curare seppur efficacemente una malattia; ma bisogna cambiare paradigma da “curare le persone” e di conseguenza essere in grado di adattare le strutture e le organizzazioni ad ogni evenienza e neanche a doverlo dire “il prendersi cura” è campo specifico degli infermieri.
Il nostro SSN oggi
Dopo più di 30 anni di tagli, di dismissioni, di negazione del diritto alla salute dettati dalla necessità di far cassa per far quadrare i conti di stato e regioni che sono di fatto state figlie e corollario di scelte politiche scellerate e partigiane come la modifica del titolo V della Costituzione che di fatto ha smembrato il SSN in tanti SSR uno per ogni regione.
Con la conseguenza nefasta che i servizi e la loro organizzazione sia diversa da regione a regione e che i fondi utilizzati siano dipendenti dalla ricchezza di ogni singola regione.
Il risultato di queste scelte si è tradotto per gli infermieri in una contrazione severissima degli organici, degli strumenti e in un inqualificabile sfruttamento fatto oltre che di turni infiniti, ferie e riposi saltati, carichi di lavoro insostenibili, contratti a partita IVA per due soldi l’ora e fuga verso l’estero dei nostri migliori professionisti.
Ma tutto andava bene per tutti, tanto per 30 anni siamo stati noi e naturalmente i cittadini (inconsapevoli) a pagare il prezzo di tutto questo.
Tant’è che negli ultimi anni con l’acuirsi di questa assurda situazione si sono esponenzialmente moltiplicate le aggressioni verso il personale sanitario colpevole di non riuscire più a garantire una adeguata assistenza.
L’avvento della pandemia ha messo drammaticamente all’attenzione di tutti questa assurda situazione.
Sarebbe dunque auspicabile che si inizi a ripensare il sistema stesso partendo appunto dal prendersi cura delle persone; di conseguenza affrontando e portando a soluzione la questione infermieristica che grida e piange lacrime di sangue ormai da 30 anni.
Infermieri che a causa di carenze e disorganizzazione in questo frangente ha dovuto pagare un tributo di vite ingiustificato; così come ingiustificato ed ingiustificabile è il tributo pagato dalla popolazione Italiana.
Uscita dal comparto
Appare del tutto evidente che a questo punto il paese abbia bisogno di dotarsi nuovamente di un SSN uguale su tutto il territorio; coerente con il principio di prendersi cura delle persone, di cui la cura delle malattie è certamente un aspetto pregnante; ma altrettanto certamente dovrà essere d’ora in avanti un aspetto del prendersi cura in una sorta di fluida e sinergica collaborazione tra professioni sanitarie.
Insomma si arrivi finalmente al superamento di orticelli e contrapposizioni tra professioni per fare realmente lavoro di squadra per dare qualità al sistema assistenza.
Il nostro ordine professionale FNOPI da tempo sta sollevando il problema e non da ultimo dobbiamo registrare il documento inviato al governo nei giorni scorsi (VEDI).
Otto punti che gli infermieri pongono al governo per le scelte di domani; perchè dalle chiacchiere e dagli elogi si deve passare ai fatti. Perché se una cosa ha insegnato questa emergenza è che si deve mettere mano al più presto alla questione infermieristica e di conseguenza al ripensamento dell’intero SSN.
Ci stiamo approcciando ad un rinnovo dei contratti di lavoro degli infermieri pubblici, mentre per chi lavora nel privato sembra che i datori di lavoro non abbiano nessuna intenzione nemmeno di approcciarsi a questo.
E’ arrivato il momento di mettere mano immediatamente a tutta questa vicenda sia nel pubblico che nel privato.
Non possiamo parlare di contratto senza parlare di comparto; significa parlare di quanto questo sia stretto ai professionisti della salute.
Non a caso è il primo punto degli otto messi in evidenza nel documento di FNOPI.
Non è infatti più accettabile ormai da diverso tempo che professionisti sanitari laureati, sottoposti ad obbligo di aggiornamento continuo, iscritti ad un ordine e con obbligo assicurativo siano contrattualmente paragonati ad altre importanti figure che però non hanno questa connotazione professionale. Gli infermieri hanno il diritto e lo rivendicano a gran voce di un’area contrattuale dedicata; esattamente come è per i medici con cui in realtà condividono non solo la formazione universitaria e tutte le altre caratteristiche su citate; ma anche le responsabilità e l’impegno intellettuale della cura.
Ci siamo tutti resi conto in questo triste frangente della forza della peculiarità e della infungibilità della professione infermieristica; ci siamo resi tutti conto che bisognerà ristrutturare il nostro sistema salute e che in questa ottica saranno gli infermieri i veri protagonisti del prendersi cura.
Una re-ingegnerizzazione del sistema salute non può che partire da questo e di conseguenza dalla nuova fase contrattuale che dovrà a breve aprirsi.
In questa ottica nessuno si azzardi a venirci a raccontare che dobbiamo accontentarci del poco possibile, perchè la spesa da affrontare per rendere economicamente dignitoso il nuovo contratto sarà un investimento sul futuro del paese.
Formazione
Non solo però l’aspetto economico, la cosa importante sarà infatti la parte normativa con l’uscita ormai non più procrastinabile dal comparto sanità equiparando le professioni sanitarie ai medici e la valorizzazione ed il riconoscimento delle competenze per tutti noi prevedendo uno step legato alle esperienze ed alla formazione obbligatoria.
Uno step legato alla formazione clinica accessoria (master universitari) ed uno step legato alla formazione specialistica (laurea magistrale) e questo lo si potrà fare solamente uscendo dal comparto e creando un contratto dedicato agli infermieri ed alle professioni sanitarie.
La sfida che ci aspetta è epocale, un sistema salute efficiente, efficace e di risultato…è una sfida tra dignità e oblio e noi dobbiamo vincerla, tutti insieme.
Perchè solo cosi potremo ad un nuovo contratto tutto nostro e dignitoso; ai cittadini un sistema salute di qualità in cui nessuno sarà più solo.
La partita in gioco è vitale, non possiamo permetterci di perdere, per noi stessi, per il nuovo SSN e per i nostri cittadini.
Angelo De Angelis
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