A causa del virus la grande macchina della sanità si è praticamente bloccata. L’allarme arriva dai medici. Sono stati persi tre mesi di cure. Sono saltati 500mila interventi e 12 milioni di esami radiologici. Un ritardo dalle misure straordinarie creato da una situazione straordinaria che allungherà in maniera pesante le liste d’attesa. Durante il lockdown sono saltati ben 600mila interventi chirurgici, tra i quali almeno 50mila oncologici.
La denuncia arriva con un articolo su “la Repubblica”. “Se non facciamo ripartire tutta la sanità, le vittime potrebbero essere più di quelle provocate dal virus” dice Pierluigi Marini, presidente dell’Associazione chirurghi ospedalieri italiani (Acoi) e primario al San Camillo di Roma.
Sono 3 milioni solo coloro che hanno bisogno del cardiologo, 12 milioni quelli che devono fare un esame radiologico. Si prospetta, insomma, un’estate di duro lavoro per la sanità. Ma adesso Governo e Regioni dovranno trovare velocemente soluzioni, economiche e organizzative per tentare di recuperare il ritardo accumulato senza rischaire il disastro.
Ma ad ostacolare il recupero c’è il fatto che ambulatori e reparti non possono ancora viaggiare a pieno regime. Si stima che le misure anti coronavirus riducano tuttora del 20-30% l’attività.
“Dobbiamo tentare il recupero. Ma se anche lavorassimo il 20 per cento più di prima, impiegheremmo 11 mesi a raggiungere una cifra di interventi accettabile, che colmerebbe il divario che si è creato. Non è fattibile. Le conseguenze di questo accumulo sono spaventose” dice Pierluigi Marini.
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