Home NT News Coronavirus, il costo di un paziente? Da 9 a 22mila euro
NT News

Coronavirus, il costo di un paziente? Da 9 a 22mila euro

Condividi
Coronavirus, il costo di un paziente? Da 9 a 22mila euro
Condividi

Proponiamo unestratto dell’analisi condotta da Caterina Bianciardi, Annalisa Roveta, Antonio Maconi, Noemi Virto, Angelica Bollano, Sara Barooty, Roberta Volpini, Giacomo Centini, Daniela Kozel (Azienda Ospedaliera Nazionale SS. Antonio e Biagio e C. Arrigo, Alessandria) e da Lucrezia Ferrario, Fabrizio Schettini, Emanuela Foglia, Emanuele Porazzi (Healthcare Datascience Lab, Centro sull’Economia e il management nella sanità e nel sociale, LIUC Business School, LIUC-Università Cattaneo, Castellanza).

L’HD Healthcare Datascience Lab (HD-LAB) della Università Carlo Cattaneo – LIUC di Castellanza, che ha condotto, in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera Nazionale SS. Antonio e Biagio e C. Arrigo di Alessandria e con In.Ge.San (Associazione ingegneri gestionali in sanità), una valutazione pilota sui costi correlati al percorso ospedaliero del paziente affetto da Covid-19, all’interno di un orizzonte temporale tra il 28 febbraio e il 15 aprile 2020.

Nello specifico si è proceduto a delineare l’assorbimento medio complessivo di risorse, i fattori critici di processo e il tempo medio di degenza, sulla base della condizione clinica del paziente e della severità della patologia, aspetti che hanno imposto un’assistenza di bassa intensità di cure (caratterizzata dall’utilizzo di posti letto di area medica, di tipo tradizionale, e dunque dall’assenza di postazioni in grado di gestire pazienti che necessitano ventilazione non invasiva), complessità media (nella quale tutte le postazioni sono in grado di gestire pazienti di terapia sub-intensiva con ventilazione non intensiva), o alta intensità di cure e assistenziale (all’interno della quale vengono gestiti pazienti per i quali è necessaria la ventilazione artificiale, a causa delle gravi difficoltà respiratorie che il patogeno può innescare).

Focalizzando l’attenzione sugli investimenti posti in essere dalla struttura ospedaliera, per fronteggiare la problematica sanitaria, è importante ricordare come, le tecnologie a supporto, siano quelle normalmente utilizzate in caso di insorgenza di una polmonite a evoluzione severa, dunque la ventilazione polmonare assistita, oltre al ricorso a nutrizione enterale o parenterale, per la prevenzione di complicanze, nel caso in cui il paziente non sia più in grado di nutrirsi in autonomia.

Non da ultimo, è importante rammentare come, alle attrezzature indispensabili per la corretta e sicura presa in carico del paziente affetto da COVID-19 ospedalizzato, devono essere aggiunti anche gli investimenti correlati ai dispositivi di protezione individuale (DPI), indispensabili per garantire anche la sicurezza dell’attività di tutto il personale sanitario. In quest’ottica, la struttura di riferimento ha dovuto acquistare per le sue Unità Operative, a partire dal mese di Marzo 2020, nuovi DPI (mascherine chirurgiche, mascherine FFP2 o FFP3, camici o grembiuli monouso idrorepellenti, guanti, occhiali di protezione, visiere) per un ammontare di € 47.793 e apparecchiature (soprattutto per quanto riguarda C-PAP, nutri pompe, ventilatori polmonari, etc..) per € 453.375.

Tabella 1 – Costo e incidenza percentuale di DPI e apparecchiature specifiche per degenza paziente COVID-19

In riferimento alla gestione ospedaliera del paziente COVID-19, al netto degli importi economici sopra indicati, sono state approfonditamente indagate le seguenti voci di costo:i) risorse umane coinvolte nel percorsi di assistenza, ii) apparecchiature, attrezzature e DPI utilizzati; iii) prestazioni di laboratorio; iv) prestazioni diagnostiche; v) farmaci somministrati al paziente; vi) servizi di pulizia e pasti, così da comprendere il reale assorbimento di risorse economiche correlato all’attività ospedaliera, in base alla durata complessiva della degenza, e considerando i trasferimenti dei degenti tra le differenti Unità Operative.

Da un punto di vista economico, la Tabella 1 mostra nel dettaglio non solo il costo correlato alla singola giornata di degenza stratificata per intensità di cura, ma anche il costo correlato al complessivo percorso del paziente all’interno della struttura di riferimento.

Tabella 2 – Assorbimento di risorse economiche correlato alla gestione ospedaliera dei pazienti Covid-19

In prima istanza occorre considerare come il costo della singola giornata di degenza all’interno di un’area a bassa intensità di cura/complessità assistenziale sia pari a € 427,77, a € € 582,38 per media intensità di cura/complessità assistenziale e € 1.278,50 per l’alta intensità di cura/complessità assistenziale.

Da un punto di vista di durata della ospedalizzazione, complessivamente intesa all’interno della struttura ospedaliera, essa risulta essere un parametro dipendente dalla condizione clinica di accesso del paziente o dal successivo trasferimento dello stesso in una area a media o ad alta complessità di cura, i pazienti Covid-19 permangono in ospedale mediamente 19,41 giorni.

Soffermandosi sulle degenze medie caratterizzate da trasferimenti interni tra Unità Operative, che hanno determinato il passaggio da area a bassa intensità di cura/complessità assistenziale ad alta intensità di cura/complessità assistenziale, esse hanno presentato un assorbimento medio di risorse economiche pari a 14.873,48 € (degenza media complessiva: 15,5 giorni).

In riferimento invece alla permanenza del paziente all’interno di un reparto a bassa intensità di cura/complessità assistenziale e di un reparto a mediaintensità di cura/complessità assistenziale (terapia sub-intensiva), si riscontra un assorbimento medio di risorse economiche pari a 9.157,00 € (degenza media complessiva: 17,45 giorni).

Infine ingente è il valore economico correlato a una ospedalizzazione spesa tra la terapia sub-intensiva e la terapia intensiva, che risulta essere pari a 22.210,47 €, con una degenza media complessiva di 23,21 giorni.

I risultati preliminari di questa analisi, che sarebbe rilevante potere estendere anche in altre strutture ospedaliere, dimostrano, secondo ipotesi iniziale, come l’assorbimento di risorse cresca al crescere della complessità assistenziale dell’area di degenza nella quale è ospedalizzato il paziente, con un rapporto proporzionale diretto tra il costo per giornata di degenza, l’intensità di cura, e il numero medio di giornate di degenza all’interno dell’unità operativa di riferimento.

Tale informazione risulta essere un elemento fondamentale che può porre le basi, sotto un profilo di policy making e pianificazione sanitaria, per un confronto tra prassi ospedaliere e tariffazioni di riferimento per le attività sanitarie condotte.

Redazione Nurse Times

Condividi

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli Correlati
NT News

Autonomia differenziata, Quartini (M5S): “La bocciatura della Corte Costituzionale fa tirare un sospiro di sollievo al Ssn”

“Il folle progetto di autonomia differenziata del Governo dei cosiddetti patrioti subisce...

Sentenza epocale della Corte Costituzionale: ai dipendenti pubblici spettano oltre 30 anni di arretrati
NT News

Autonomia differenziata, Corte Costituzionale: “Legge illegittima in alcune parti”

La Corte costituzionale ha ritenuto non fondata la questione di costituzionalità dell’intera legge sull’autonomia...