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Lo SNAMI boccia l’infermiere di famiglia:“Meglio un rapporto ancillare con la medicina”

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Lo SNAMI contro l’infermiere di famiglia:“Meglio un rapporto ancillare con la medicina”
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L’imminente ufficializzazione della nascita dell’infermiere di famiglia ha dato modo a molti professionisti della salute di esternare le opinioni più disparate.

Su svariati fronti, la nascita di tale figura è vista come un grande passo avanti per la sanità italiana.

Ad alcuni esponenti della categoria medica però, la nascita sul territorio di una figura dotata di piena autonomia sembra destare particolari perplessità.

Lo S.N.A.M.I. (Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani) si è espresso in merito attraverso il dottor Salvatore Cauchi, presidente regionale SNAMI Veneto:

“Con tutto il rispetto per gli infermieri, dico che occorre mantenere un rapporto ancillare con la medicina generale. No a pericolose scorciatoie”.

Non appare chiaro cosa intenta il dott. Cauchi per “rapporto ancillare”. Per tale motivo analizzeremo l’etimologia del termine:

ancella
/an·cèl·la/
sostantivo femminile
1.
Presso gli antichi Romani, la schiava addetta alla padrona.
2.
ESTENS.•LETT.
Serva: Che fosti donna, or sei povera ancella (Leopardi, dell’Italia); scherz., domestica, cameriera

I rapporti ancillari sono stati menzionati anche dalla Corte di Cassazione, nella sentenza riguardante un datore di lavoro accusato di avere espresso molteplici richieste di prestazioni sessuali alla badante del suocero:

La Corte d’appello aveva riformato la condanna inflitta in primo grado ad un uomo per aver tentato di consumare un rapporto sessuale con la badante del suocero, la Corte di Cassazione (sentenza 16 luglio 2019, n. 31195) – nel rigettare il ricorso della vittima, secondo cui la Corte di appello non avrebbe considerato che sia la persona offesa che i testi da lei indicati avrebbero confermato il fatto che l’uomo l’avrebbe minacciata di licenziamento laddove la stessa non avesse ceduto alle sue molteplici richieste di prestazioni sessuali – ha invece affermato che ove le sollecitazioni non superino il limite, moralmente deprecabile ma penalmente irrilevante, della grottesca ed inurbana richiesta di “amori ancillari”, il comportamento non integra gli estremi della violenza sessuale in forma tentata.

Non appare dunque chiaro a quale strampalato concetto si riferisca il presidente regionale SNAMI. Resta il fatto che qualche camice bianco nostalgico o amante delle abitudini del passato, dovrà mettersi l’anima in pace smettendo di considerare l’infermiere come un’ancella di reparto.

Dott. Simone Gussoni

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