Un nuovo capitolo nel grande libro del demansionamento infermieristico è stato scritto dalla dirigenza dell’Azienda USL Toscana Nord Ovest.
Dopo gli infermieri trasformati in autisti di automedica e con centinaia di migliaia di infermieri in Italia addetti alle mansioni di operatori sociosanitari e cameriere ora debuttano anche la mansioni da operatore di callcenter.
Alcuni infermieri e operatori sociosanitari dipendenti dell’Asl sono stati temporaneamente convertiti in centralinisti. Ciò si è reso necessario sopperire alla mancanza di personale tecnico dedicato ad accogliere le telefonate che giungono al Centro Unico Prenotazioni (CUP).
Tale richiesta ha fatto subito insorgere la Fp-Cgil di Livorno
“A quanto ci risulta stamani l’Asl ha chiesto ad alcuni infermieri e operatori sociosanitari di Livorno di rispondere alle chiamate del CupTel. Ciò è inaccettabile: la direzione faccia marcia indietro” hanno scritto ieri Simone Assirelli e Andrea Rizzini, rispettivamente coordinatore sanità e funzionario Fp-Cgil provincia di Livorno.
“Il rispondere alle chiamate del CupTel non rientra tra le mansioni proprie di un infermiere o di un operatore sociosanitario – ricordano i due sindacalisti della Funzione Pubblica Cgil -. Senza contare che se si spostano infermieri e Oss al CupTel, si generano di conseguenza contraccolpi negativi sull’operatività degli altri reparti, con rallentamenti nella normale erogazione di servizi quali prelievi ematici, medicazioni, assistenza negli ambulatori ecc.
Che il servizio CupTel andasse rinforzato, soprattutto in questo periodo post emergenza Covid, era chiaro da tempo. Non è però accettabile che a prendere le chiamate e a rispondere ai cittadini al telefono sia il personale sanitario. Per lavorare al CupTel servono professionalità specifiche: tale servizio dev’essere rinforzato con personale esperto e qualificato, ma non ricorrendo all’utilizzo di infermieri o operatori sociosanitari”.
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