Riceviamo e pubblichiamo un comunicato del Movimento Permanente Infermieri in merito alla figura dell’infermiere scolastico.
La Regione Lazio, con Ordinanza del presidente del 31/08/2020 n. Z00057, (“Ulteriori misure per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-2019. Individuazione di professionalità sanitarie per l’attuazione delle misure di prevenzione e controllo dell’infezione di virus SARS-CoV-2 nelle scuole e servizi educativi del Lazio”), ha stabilito di procedere al reclutamento di 500 unità di personale sanitario tra infermieri, medici e assistenti sanitari, da destinare ai servizi di prevenzione.
Come purtroppo temevamo, le aziende sanitarie locali stanno emanando bandi per assumere per l’ennesima volta con contratti precari. Scelta scellerata e miope!
LA COMUNITÁ SCOLASTICA È A RISCHIO SANITARIO
Le scuole sono luoghi di intensi assembramenti. Con l’arrivo dell’autunno torneranno le influenze stagionali e queste si sommeranno al Sars-Cov-2. L’organizzazione, la gestione e l’isolamento di un caso Covid+ a scuola, ad oggi, in base al protocollo elaborato dal ministero dell’Istruzione assieme ai sindacati confederali, è lasciata nelle mani della sola comunità scolastica. Docenti, genitori e studenti sono molto preoccupati del rientro a scuola. Temono di potersi contagiare e di non essere in grado di gestire momenti di crisi al fine di circoscrivere la diffusione di un eventuale contagio.
Secondo lo studio “La scuola che verrà: attese, incertezze e sogni all’avvio del nuovo anno scolastico”, condotto da IPSOS, sette genitori su dieci dichiarano di non aver ricevuto nessuna comunicazione ufficiale dalla scuola. Stesso discorso per i docenti, i quali stanno seguendo frettolosamente corsi di formazione per l’eventuale gestione di casi sintomatici.
Molti dirigenti scolastici sono stati nominati il 1° settembre e in tantissimi istituti la preparazione del personale è ancora in alto mare. Una cosa è scrivere protocolli su fogli di carta, altra cosa è verificare se siano traducibili alla realtà pratica.
Il ministero capeggiato da Azzolina è arrivato colpevolmente in ritardo alla preparazione della riapertura delle scuole. Il protocollo per cominciare in sicurezza è stato stilato solo a fine agosto, quando durante la didattica a distanza hanno avuto tutto il tempo per organizzarsi. Le lezioni ripartiranno il 14 settembre e già si discute di posticiparne l’inizio perché mancano ancora le condizioni strutturali per cominciare.
CONTRATTI PRECARI: SCELTA SBAGLIATA E PERICOLOSA
In questo quadro, come purtroppo temevamo, le aziende sanitarie stanno emanando bandi per reclutare il personale necessario per l’ennesima volta con contratti precari e libero professionali. Una scelta sbagliata sotto diversi punti di vista. Innanzitutto perché l’ordinanza della Regione Lazio prevede che tali liste siano disponibili entro il 30 settembre, ben 15 giorni dopo l’inizio delle lezioni, quando i casi potrebbero già essere scoppiati e con essi il caos che potrebbe scatenarsi.
Sbagliata politicamente, perché non basta semplicemente inserire unità di personale sanitario. Va ripristinato tutto un tessuto di sanità di territorio, di cui la scuola è parte, massacrato dalle criminali gestioni commissariali della sanità. Soprattutto nelle regioni del Sud il territorio è stato letteralmente cancellato dai tagli e dalle privatizzazioni con conseguente ingolfamento degli accessi in ospedale al pronto soccorso.
La prevenzione è stata considerata un costo, uno spreco, ed è stata letteralmente appaltata ai privati e ai fondi integrativi sanitari inseriti persino nei Ccnl di diverse categorie. Ciò ha peraltro generato disuguaglianze di salute tra aree geografiche e per classi sociali (chi ha di più ricevere migliore assistenza, chi ha di meno riceve peggiore assistenza, come nei modelli sanitari privatistici).
Sbagliata organizzativamente, perchè il personale va anche formato adeguatamente alla strutturazione di medicina presente nelle scuole. Ciò richiede una pianificazione dell’assistenza in relazione ai protocolli stipulati, al target di popolazione di pazienti e al contesto pandemico. Un percorso che comporta aggiornamenti sia in campo clinico che epidemiologico.
Non solo. Come ha già dimostrato l’esperienza delle chiamate dalla graduatoria Sant’Andrea, moltissimi infermieri hanno rifiutato in massa la proposta del tempo determinato costringendo così la Regione a modificare la formula contrattuale (passata dal vincolo legato all’emergenza a quello di 12 mesi). Riproporre una formula simile, addirittura con la proposta di partita Iva, significa non aver imparato niente da quanto successo.
Viene da domandarsi se chi dirige determinati processi capisca e conosca i cambiamenti in atto nel corpo del mondo del lavoro. Ignorano forse che molti infermieri sono in graduatorie a tempo indeterminato in diverse regioni, e molti di questi hanno già preso servizio sia a tempo indeterminato che a tempo determinato. La partita Iva sarà rifiutata in massa, come successo per i determinati di inizio primavera, e questo comporterà un ulteriore e deleterio slittamento dell’inserimento delle unità di personale sanitario a scuola. Se si considerano, in aggiunta, le pratiche burocratiche e il minimo di preavviso necessario per prendere servizio, la presa di servizio reale slitterebbe a metà ottobre, quando la scuola sarà ricominciata già da un mese!
Sbagliata socialmente, perché un lavoratore precario è maggiormente soggetto a pressioni, è ricattabile, accetta turni massacranti, condizioni inadeguate e senza sicurezza. Ciò comporta una progressiva disaffezione dal lavoro stesso e un’inevitabile peggioramento della qualità dell’assistenza erogata alle persone.
SENZA INDETERMINATO, NON C’È TUTELA DELLA SALUTE PUBBLICA
Per i motivi che abbiamo esposto, come idonei della graduatoria Sant’Andrea, rivendichiamo che le 500 unità vengano attinte esclusivamente a tempo indeterminato dalla nostra graduatoria. Lo stesso dev’essere per i medici e per gli operatori socio-sanitari, perché il nostro interesse non è corporativo, ma umano e sociale.
Pertanto, nell’ottica di potenziamento dei servizi territoriali, chiediamo ufficialmente al presidente della Regione Lazio, Zingaretti, e all’assessorato alla Sanità, D’Amato, di proseguire con gli indeterminati e bloccare i bandi che prevedono forme di contratto precario che in queste ore stanno uscendo. Docenti, studenti e genitori hanno bisogno di noi! Prima che sia troppo tardi!
Redazione Nurse Times
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