Una collega ci ha contattato per raccontare lo spiacevole episodio di cui è stata protagonista a Milano due settimane fa.
Sono infermiera e lavoro in un ospedale in provincia di Bergamo. Da un mese circa mi sono ritrovata a cercare un appartamento a Milano per una nuova opportunità lavorativa e mi sono imbattuta in una situazione alquanto spiacevole. Dopo varie ricerche, d’accordo con la proprietaria di un appartamento, decido finalmente di bloccare la stanza. Tuttavia, dopo due giorni, mi viene riferito che la mia professione può risultare un “pericolo” per la salute degli inquilini e che la paura del Covid, nonostante il picco sia passato, è ancora presente.
Premetto che la paura del Covid l’ho provata non solo nel contesto lavorativo, ma purtroppo anche sulla mia pelle e, nonostante abbia avuto sintomi lievi, ha lasciato un segno indelebile. Quindi capisco i sentimenti che vive la gente. Tuttavia affermare che la nostra professione possa essere “fonte di contagio” suscita in me profondo dispiacere e rammarico, perché dimostra che l’ignoranza può renderci orgogliosi e stolti, facendoci dimenticare e sottovalutare quanto accaduto precedentemente.
Redazione Nurse Times
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