I Cdc (Centers for Disease Control and Preventions) americani hanno ufficialmente riconosciuto che il coronavirus può diffondersi attraverso minuscole goccioline di aerosol sospese nell’aria “per minuti o anche ore”.
Di conseguenza, si ammette che “alcune infezioni possono essere diffuse tramite l’esposizione al virus presente in piccole goccioline e particelle che possono rimanere nell’aria” per qualche tempo dopo che una persona infetta si è allontanata.
In Covid-19, quindi, “potrebbe essere in grado di infettare le persone che si trovano a più di circa 1,82 metri dalla persona infettata”. Allo stesso tempo, il virus potrebbe essere presente dopo che la persona infetta ha lasciato l’area. Questo affermano i Cdc. Ne consegue che il metro di distanza non sarebbe sufficiente a proteggerci dal rischio di contagio.
I Cdc hanno anche affermato nell’aggiornamento che “prove crescenti” suggeriscono che “bambini e adolescenti possono trasmettere in modo efficiente” Covid-19. Tra luglio e agosto, quattro dipartimenti sanitari statali e gli stessi Cdc hanno indagato su un’epidemia di Covid-19 che si è verificata durante una riunione familiare. Un ragazzino di 13 anni era il paziente zero. Undici membri della famiglia sono stati infettati, hanno spiegato i Cdc. “I bambini e gli adolescenti possono essere fonti di focolai di Covid-19 all’interno delle famiglie, anche quando i loro sintomi sono lievi”, hanno concluso i Cdc.
Fonte: adnkronos.com
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