Per l’Azienda sanitaria, l’anziano, affetto da insufficienza respiratoria cronica e poi deceduto, assumeva il medicinale in quantità eccessiva. Le figlie difendono il medico: “Annullate quel provvedimento vergognoso”.
La Asl Latina, al fine di recuperare le somme contestate (circa 1.400 euro), ha pignorato un quinto dello stipendio a Vincenzo Cataldi, medico di base di Fondi, “reo” di aver più volte prescritto un farmaco broncodilatatore a un settantenne affetto da insufficienza respiratoria cronica e deceduto tre anni fa proprio a causa di tale patologia. Un farmaco salvavita per l’anziano paziente, che tirava avanti con una pensione modesta.
La terapia era stata assegnata da uno pneumologo dell’Asl. Secondo l’Asl pontina, però, sarebbe sufficiente assumere quel farmaco due volte al giorno, e non quattro, come faceva l’anziano, che vi ricorreva con maggiore frequenza perché respirava a stento. In seguito ai controlli eseguiti,Effettuati dei controlli sulle prescrizioni, l’Azienda sanitaria ha quindi contestato al dottor Cataldi le spese per l’acquisto delle confezioni di medicinale ritenuto in eccesso, inviandogli poi un’ingiunzione di pagamento. Una decisione assunta per l’appropriatezza prescrittiva, nonostante le spiegazioni del medico, ora condannato a pagare.
“Se non avessi dato al paziente quel broncodilatatore gli avrei causato un’insufficienza respiratoria precoce – assicura Cataldi –, e in in scienza e coscienza non mi sono sentito di negargli le prescrizioni”. E aggiunge: “Ho visitato un paziente positivo, ora ricoverato al Goretti di Latina, e oggi sono in quarantena. L’Asl, nonostante Fondi sia stata zona rossa, non ci dà neppure i dispositivi protezione, e poi ci fa pagare i farmaci che usiamo per poter salvare vite umane”.
A criticare la sanzione comminata dall’Asl sono adesso le figlie dello stesso anziano deceduto, Katia e Loredana. “Nostro padre, che ormai non c’è più, non riusciva a respirare – hanno spoiegato –. Spesso era costretto a usare la medicina in questione, prescritta dallo specialista pneumologo, anche quattro volte al giorno. Ma cosa doveva fare, morire soffocato?”.
Quindi, rivolgendosi al dottor Loreto Bevilacqua, che ha firmato il provvedimento: “Lei sicuramente avrebbe potuto comprarlo, quel farmaco (circa 70 euro a confezione), ma un pensionato da 500 euro al mese non può, altrimenti non mangia. Il nostro dottore, oltre a curarlo amorevolmente, gli diceva sempre, nelle frequenti visite domiciliari, di cercare di limitarne il consumo, ma lui non poteva farne a meno. Non serve sanzionare. Bisogna saper aiutare e armarsi di buon senso. Annulli quel provvedimento vergognoso”.
Redazione Nurse Times
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