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Reggio Emilia, anziani meno soli grazie alle “stanze degli abbracci”

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Reggio Emilia, anziani meno soli grazie alle "stanze degli abbracci"
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Nelle strutture dell’Asp saranno presto inaugurati ambienti dove gli ospiti potranno abbracciare in sicurezza i visitatori.

Nelle otto strutture per anziani gestiste dall’Asp Reggio Emilia potrebbero essere operative già tra poche settimane le prime “stanze degli abbracci” della provincia. Ambienti, cioè, dove i 500 ospiti possono incontrare in sicurezza i loro famigliari attraverso una parete di plastica trasparente e con maniche indossabili dai visitatori. A progettarle saranno le giovani leve dell’Ordine reggiano degli architetti (affiancati da un collega più esperto), su proposta del Comune e in collaborazione con i tecnici dell’Ausl.

“Le persone anziane ospiti di residenze socio-sanitarie assistite e delle case di riposo sono state fra le più duramente colpite, non solo sul piano epidemiologico, ma anche, e in maniera totalizzante, dalle norme di isolamento imposte dal coronavirus – spiega l’assessore comunale al Welfare, Daniele Marchi -. Ciò ha comportato spesso disorientamento, brusca e dolorosa rottura di legami e soprattutto interruzione dei contatti fisici, mettendo a durissima prova equilibri psicologici, affetti e relazioni, ricordi, spiritualità, benessere mentale ed emotivo. E ripercussioni nei parenti e negli amici”. Le stanze degli abbracci, quindi, “sono una risposta attuabile alla ricostruzione, almeno parziale, di condizioni di vita sostenibili, per gli anziani, che sono un bene inestimabile”.

Per il presidente dell’Asp, Raffaele Leoni, “sarà una soluzione importante per tutti, per il calore umano che restituirà, ma lo sarà in particolare per le persone con disturbi cognitivi o affetti da demenza, che possono trarne quei benefici e quelle emozioni che spesso la semplice visita o la video chiamata non danno loro”.

Andrea Rinaldi, presidente dell’Ordine degli architetti, aggiunge: “Occuparsi della comunità, con particolare attenzione alle persone più fragili è parte integrante della dimensione sociale del mestiere di architetto. Infatti, mentre i medici si occupano della salute delle persone, gli architetti si occupano della qualità di vita degli spazi e dei luoghi dove le persone vivono. Con la pandemia abbiamo sviluppato una nuova sensibilità, che presuppone nuovi modelli. Abbiamo bisogno di nuove idee e progetti per un futuro che sarà diverso da quello che definivamo normalità, ma che in realtaà era la crisi”.

Per accelerare i tempi del progetto è stata anche lanciata una campagna di raccolta fondi. Le donazioni possono essere effettuate al Fondo di Mutuo soccorso comunale (bonifico bancario all’Iban IT83U0200812834 000105890704 e BIC: UNCRITMM), con causale “stanza degli abbracci”.

Redazione Nurse Times

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