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Coronavirus, Galli: “Operatori sanitari che rifiutano vaccino cambino mestiere”

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Coronavirus, Galli: "Operatori sanitari che rifiutano vaccino cambino mestiere"
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L’infettivologo: “Non dobbiamo dare spazio alle posizioni dei no-vax, degli esitanti, di chi ha in mente cospirazioni di vario tipo”.

Non usa mezzi termini Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, nel parlare degli operatori sanitari che dovessero rifiutare il vaccino anti-Covid. Intervenuto alla trasmissione L’Aria che tira, su La7, ha dichiarato: “Medici e infermieri devono fare il vaccino. Chi opera in campo sanitario e si rifiuta, deve cambiare mestiere. In questo momento ci si deve organizzare e si deve creare il massimo della comprensione, dell’adesione e del consenso nei confronti del vaccino anti-Covid. Non mi illudo che il consenso sia totale: con i cittadini comuni si può discutere, ma non posso essere altrettanto tollerante verso chi lavora negli ospedali”.

Galli ha anche invocato sanzioni, precisando: “Chi svolge una professione di ordine sanitario e chi comunque ha degli incarichi di pubblico servizio non può permettersi di essere riluttate, esitante o peggio ancora no-vax. Dibattere troppo su questo tema, tra l’altro, alimenta le posizioni posizioni dei no-vax, degli esitanti, di chi ha in mente cospirazioni di vario tipo. Dovremmo invece evitare di dar loro spazio”.

Sebbene il piano nazionale sui vaccini stabilisca che gli operatori sanitari, specie quelli in prima linea contro la pandemia, siano i primi a ricevere il vaccino, al momento non è previsto alcun obbligo. “Non prevediamo l’obbligo del vaccino: lo offriamo facoltativamente – ha spiegato il premier Giuseppe Conte, confermando la data del 27 dicembre per il Vaccine Day, cioè l’inizio delle vaccinazioni in tutta Europa con il preparato Pfizer/BioNTech, appena approvato dall’Ema –. Di sicuro abbiamo iniziato una campagna informativa per spiegare che il vaccino sarà testato dalle istituzioni più accreditate in Europa, che sarà sicuro e offerto a tutti. Ora speriamo che tutti si predispongano”.

Redazione Nurse Times

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