In 9mila attendono un rinnovo del contratto da 15 anni. I vertici della Federazione nazionale degli Ordini dei medici hanno scritto al ministro Speranza per promuovere un incontro.
Giovedì 28 gennaio i medici dell’ospedalità privata Cimop sono scesi in piazza Montecitorio, a Roma, per rivendicare il dovuto, protrestando contro un contratto fermo da 15 anni per 9mila di loro. Li affiancava una delegazione della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici, composta dal presidente Filippo Anelli e dal vicepresidente Giovanni Leoni, i quali, non appena rientrati, hanno preso carta e penna e scritto al ministro della Salute, Roberto Speranza, per farsi promotori di un incontro.
“Medici a basso tasso di diritti”, li definisce Anelli, stigmatizzando la loro situazione. Una situazione tanto più paradossale perché alcune aziende sanitarie private hanno finalmente concluso il rinnovo del contratto: rimangono solo le strutture aderenti all’Aiop, con conseguente disparità di trattamento del personale.
Medici che, “nonostante l’impegno speso durante l’epidemia da Covid-19, nonostante costituiscano un comparto importante all’interno dell’intero sistema assistenziale italiano, non vedono riconosciuto lo status di attori del sistema stesso, con pari dignità e pari trattamento rispetto ai colleghi del comparto pubblico”. E che sono discriminati, appunto, anche all’interno della stessa sanità privata, “che registra alcune aziende sanitarie private che hanno concluso il rinnovo contrattuale dei medici rispetto ad altre che non lo hanno sottoscritto”.
“Situazione grottesca – spiega Anelli –, che ha come inaccettabile riflesso quello di creare differenze di trattamento tra medici contrattualmente operanti in una o altra azienda sanitaria privata, laddove identico è per i professionisti medici, giova ribadirlo, il percorso formativo e la legittimazione all’esercizio medico professionale”.
“Doveroso”, per la Fnomceo, è stato quindi raggiungere i manifestanti, “per esprimere vicinanza ai colleghi che in questi terribili mesi di emergenza sanitaria hanno dato il massimo a tutela della salute dei cittadini”. E altrettanto doveroso è farsi promotrice di un incontro col ministro “che consenta ai colleghi della Cimop di meglio esplicitare una realtà che necessita, oggi, di un autorevole intervento per riportare all’interno del comparto della sanità privata una situazione non discriminante per alcuno ma rispettosa dei diritti e della dignità dei professionisti medici”.
La manifestazione si è svolta a un anno di distanza da una analoga, che aveva già visto la partecipazione del presidente Fnomceo. “Non è cambiato niente – ha constatato con amarezza Anelli, prendendo la parola accanto al segretario nazionale Cimop, Carmela De Rango –. È avvilente ritrovarsi qui senza aver portato a casa le giuste rivendicazioni. Un rinnovo contrattuale serve a dare dignità alla professione. E la mia presenza qui come presidente Fnomceo serve a sottolineare come a ogni medico vada riconosciuta la dignità con la quale esercita la professione”.
E ancora: “Con la pandemia, tutti noi abbiamo vissuto difficoltà, che hanno evidenziato carenze non soltanto di carattere numerico. Carenze cui i colleghi dovevano sopperire, sobbarcandosi carichi di lavoro abnormi. Hanno messo in luce il fatto che quella dignità che noi oggi rivendichiamo, legata anche al giusto riconoscimento di carattere economico, manca. Siamo veramente distanti dall’Europa! La vostra situazione avrebbe bisogno di maggior cura, di maggior attenzione proprio perché manca quel grande ombrello del Servizio sanitario pubblico, che dovrebbe garantire la dignità di tutti e anche dei professionisti”.
Ha aggiunto il vicepresidente Leoni: “Sono 420mila i medici italiani. Di questi 9mila lavorano nell’ospedalità privata. Sono convinto che tramite la Fnomceo, che rappresenta tutti i medici, senza distinzione, si riuscirà a trovare uno sbocco a questa situazione che dura da 15 anni”.
Redazione Nurse Times
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