Si tratta di un meccanismo indispensabile per mantenere in giusto equilibrio ionico.
Combinando competenze di fisiologia cardiaca, microscopia ottica ed elettronica presenti nell’Istituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ino), nel Laboratorio europeo di spettroscopie non-lineari (Lens), nell’Istituto di medicina sperimentale cardiovascolare dell’Università di Friburgo (Germania) e nel Centro di microscopia elettronica dell’Università del Colorado Boulder (Usa), è stato scoperto un meccanismo di diffusione assistita all’interno delle cellule del cuore e si è dimostrato come questo meccanismo sia indispensabile per mantenere il giusto equilibrio ionico nelle cellule del muscolo cardiaco. Il lavoro è pubblicato sulla rivista Circulation Research.
“Le cellule del nostro cuore – spiega Marina Scardigli, del Lens – contengono una fitta rete di micro-tubi chiamata rete tubulare, che oltre a propagare i segnali elettrici fanno giungere la soluzione extra-cellulare fino alle regioni più interne della cellula. La diffusione della soluzione all’interno di questa rete è però molto lenta, sollevando numerose questioni su come viene mantenuta la giusta concentrazione di ioni durante i continui scambi con lo spazio intra-cellulare”.
“Il nostro studio – prosegue Leonardo Sacconi, del Cnr-Ino e dell’Università di Friburgo – mostra che l’attività meccanica delle cellule cardiache assiste lo scambio dei contenuti all’interno di questa rete, comprimendoli ritmicamente ad ogni battito cardiaco. Questo spinge il contenuto usato fuori dai tubi (proprio come facciamo con il dentifricio), che dopo il rilassamento cellulare viene sostituito con della soluzione fresca, risucchiando soluzione extra-cellulare al loro interno. In sostanza, le cellule del muscolo cardiaco ventilano il loro sistema di tubi proprio come fanno gli insetti nei loro sistemi di respirazione tracheale. Finora si pensava che il mantenimento del contenuto dei tubuli avvenisse solo per diffusione passiva. La bellezza di questa diffusione assistita è che, con l’aumentare della domanda, aumenta anche il numero di cicli di ventilazione. E’ quindi un sistema che si autocontrolla”.
Redazione Nurse Times
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