Il virologo Massimo Andreoni spiega che la positività non implica l’inefficacia del siero anti-Covid.
L’ombra della variante inglese dietro il caso dei 12 medici risultati positivi al coronavirus dopo il richiamo del vaccino Pfizer. Come si legge su Repubblica, sono in corso accertamenti sulle analisi per capire in che modo il virus abbia superato lo scudo vaccinale. Accertamenti affidati alla Società italiana di malattie infettive, che li sta conducendo su un campione di quattro sanitari contagiati.
“Contagiarsi, anche dopo avere ricevuto la seconda somministrazione, non significa automaticamente che il vaccino è stato poco efficace – spiega il direttore scientifico Massimo Andreoni (foto), virologo del Policlinico Tor Vergata -. In tutti i casi che abbiamo preso in esame finora ci siamo trovati davanti a persone completamente asintomatiche”.
Nessun allarmismo, quindi. “Il vaccino – precisa l’infettivologo – non crea uno scudo per cui il virus non entra più dentro di noi. Il virus entra dentro di noi, fa pochissime replicazioni perché, a quel punto, viene bloccato dagli anticorpi che si sono formati grazie alla vaccinazione. Se noi andiamo a fare il tampone a queste persone, in quel momento, troviamo delle positività che però non hanno nessuna rilevanza nei confronti della malattia: sono tutte persone che non la sviluppano. E molto probabilmente – su questo uso il condizionale perché abbiamo bisogno di dati – non sono persone in grado di infettare proprio perché, avendo poche replicazioni, il virus non riesce a raggiungere quantità tali da poter essere trasmesso”.
Redazione Nurse Times
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