Non posso dire che sia volato, quest’ ultimo anno intendo, il tempo viene scandito sempre dallo stesso ticchettare della vita e sempre nello stesso mondo che conosciamo bene… Venni contattata da una e-mail, una semplicissima e-mail.
Il ruolo, sinceramente non me la sarei mai aspettata in questo modo.
Si sa, per trovare il leggendario “posto fisso”, devi cominciare un tour in giro per l’Italia, (se ti finisce bene), tra mille concorsi e avvisi a tempo determinato.
Ma questa volta il ruolo era arrivato. Tramite una mail a carattere d’urgenza. In pieno e rigido lockdown, dove il mondo stava fronteggiando qualcosa che sfuggiva alla concezione dell’essere umano, dove tutto era bloccato e sigillato, partii.
Dei pacchi chiusi velocemente alla meno peggio, un pullman, due aerei, tre treni, sembra uno scioglilingua, ma vi assicuro che è stato il mio viaggio di sola andata, durato ben 14 ore, semplicemente da Trapani a Carpi (MO).
Mi accolse un paesino silenziosamente accogliente, ma che nemmeno lui sapeva bene da dove arrivasse questo fantomatico “Covid- 19”, e come tutta l’Italia, stava fronteggiando con i suoi guerrieri, i sanitari, tutti, tra questi i miei colleghi: gli infermieri.
Prendere servizio al SADI di Carpi per me è stato come essere adottata da una seconda famiglia.
Il significato profondo della presa in carico del paziente, con professionalità ed empatia, soprattutto in questo periodo di Covid, non è semplice.
Ma il SADI di Carpi, sa chiaramente di cosa si tratta e non con poca difficoltà, porta a termine ogni giorno, un lavoro complesso.
Gli ostacoli sono ogni giorno tantissimi.
L’assistenza domiciliare facilita il sostegno dei pazienti senza lasciare il nucleo familiare e i propri affetti ed in questo periodo storico, in particolar modo,è un tasto molto delicato.
Fondamentale l’assistenza infermieristica domiciliare, che deve fronteggiare quotidianamente nuove problematiche, ma che sensibilizza l’importanza di rimanere a casa e di non sovraffollare il pronto soccorso se non ve ne siano reali necessità.
Si entra a casa degli assistiti in punta di piedi e non ci sono solamente le nostre mani da professionisti delle quali hanno bisogno. Ma ci siamo noi, esseri umani prima di tutto, che siamo la valvola di sfogo di molte preoccupazioni e paure, per tutte le fasce di età.
L’ assistenza domiciliare, prende in carico nella totalità, non solo la patologia, ma l’olismo di quella precisa persone e della sua famiglia.
Ho visto famiglie demoralizzate e devastate dal Covid, ho visto occhi commossi dal solo compiere il nostro dovere.
Quegli stessi occhi che davano coraggio a noi.
Noi, che anche se bardati come non mai, abbiamo imparato ad ammettere che, quando indossiamo i nostri dispositivi di protezione individuale, forse, possiamo proteggerci dal virus, ma non dalle emozioni. Si, perchè anche noi, prima di essere infermieri siamo umani, fatti di fisicità ed emozioni.
Anche noi abbiamo paura e ci sentiamo frustrati.
Noi ci siamo sempre stati anche prima di questo ormai famigerato virus.
Siamo stati sempre presenti con la nostra professionalità, e non solo. E ci saremo sempre, anche se molte persone, anch’esse fatte di corporeità e sentimenti, prendono sottogamba l’importanza di molte regole. Regole che ovviamente, non sono leggere nemmeno per noi. Sapete quanti infermieri coltivano la passione per il ballo? Per la musica? Per il teatro? Per lo sport? O hanno bisogno di un semplice aperitivo in pieno centro? Concludo condividendo una frase che ho imparato proprio qui, al SADI di Carpi.
Il vero eroismo è essere responsabili ogni giorno. Tutti possiamo essere degli eroi. Noi siamo solo i vostri compagni di viaggio.
Antonella Argentieri, infermiera siciliana che presta servizio a Carpi.
La foto è stata scattata fuori dalla sede del SADI di Carpi e sono presenti alcune colleghe del Sadi con le cuffiette donateci dall’ Associazione Malati Oncologici , (AMO), di Carpi.
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