“Sappiate che questo discorso è stato ritenuto inopportuno dalla vicedirettrice di Rai3” ha espordito il noto cantante Fedez sul palco del Primo Maggio, dando il via a un discorso “senza peli sulla lingua” di cui, adesso, si sta discutendo molto. Al centro del discorso, prima di tutto, i lavoratori dello spettacolo, per i quali ha chiesto l’intervento di Mario Draghi, ma soprattutto l’ostruzionismo del Carroccio e degli antiabortisti al ddl Zan, la legge contro l’omotransfobia e le discriminazioni in generale.
“Il Senato ha tempo di ridare il vitalizio a Formigoni, ma non di tutelare i diritti di chi viene discriminato“, ha denunciato Fedez.
Fedez, sul palco del Primo Maggio, ha elencato una serie di attacchi pubblici alla comunità Lgbt pronunciati negli anni dalla Lega. Questa parte in particolare era stata bocciata dai vertici della Rai, ma poi autorizzata dopo che Fedez ha accettato di assumersene la responsabilità. L’artista ha ricordato frasi dette dagli esponenti della Lega come “se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno”, “gay vittime di aberrazioni della natura”, “i gay sono una sciagura per la riproduzione” o “il matrimonio gay porta l’estinzione della razza”.
Cosa è il ddl Zan?
Il disegno di legge proposto da Alessandro Zan ha l’obiettivo di combattere ogni tipo di discriminazione. Omotransfobia, dunque, ma non solo. “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità” si legge sul frontespizio del disegno di legge trasmesso dal presidente della Camera dei deputati alla presidenza il 5 novembre 2020.
Tra i primi a esulatare e ringraziare il rapper per le sue parole è stato proprio il deputato Pd Alessandro Zan: “Il coraggio di Fedez dà voce a tutte quelle persone che ancora subiscono violenze e discriminazioni per ciò che sono. Il Senato abbia lo stesso coraggio ad approvare subito una legge per cui l’Italia non può più attendere“, ha scritto su Twitter.
La Camera ha approvato in prima lettura il ddl Zan, passando quindi la palla alla Commissione Giustizia del Senato, che però lo ha tenuto bloccato per diversi mesi, a causa anche delle resistenze di Lega e Fratelli d’Italia.
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