Il parroco di Vicchio opera da volontario (qualificato), somministrando vaccini nell’hub di Dicomano nel Mugello.
Ieri mattina alle 7:30, indossando il camice sopra l’abito da sacerdote, don Maurizio Pieri, parroco di Vicchio (Firenze) ha cominciato il suo primo turno da vaccinatore volontario nell’hub di Dicomano nel Mugello, che è stato aperto proprio ieri. Ha risposto così all’appello lanciato dallo studio infermieristico di Borgo San Lorenzo, incaricato dall’Asl di gestire i centri vaccinali di Dicomano e di Scarperia all’Autodromo (che aprirà a giugno), per reperire personale qualificato da destinare alle iniezioni. E lo ha fatto in virtù del suo passato da infermiere, dichiarandosi subito disponibile.
“Appena me lo hanno chiesto – spiega don Maurizio –, mi sono proposto volontario per tre-quattro turni alla settimana nel centro vaccinale di Dicomano, dove ci sono sei postazioni su tre turni (mattina, pomeriggio e sera), e dove vengono effettuati 1.080 vaccini al giorno. Come sacerdote, avendo la qualifica da infermiere, ho voluto dare il mio ulteriore contributo e condividere con la popolazione questo altro importante momento. Tutte le parrocchie della diocesi, durante la pandemia, hanno rappresentato e rappresentano un punto di riferimento per tutti i cittadini, per le famiglie che si trovano in difficoltà, e noi parroci siamo sempre pronti ad accogliere, ascoltare e tendere una mano”.
Don Maurizio non è il primo prelato che associa la cura del corpo, per così dire, a quella dell’anima. Lo aveva già fatto don Simonpietro De Grandis, sacerdote della parrocchia di San Martino, a Novara, che prima di essere ordinato aveva lavorato in un ospedale, quello di Magenta, e quando è esplosa la pandemia si è offerto volontario, per poi rinnovare il suo impegno all’inizio della campagna vaccinale, dichiarando: “Come ha detto il papa, questo è l’unico strumento che abbiamo per battere il virus ed è etico utilizzarlo”.
Redazione Nurse Times
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