Lo ha detto il direttore Hans Kluge. Oltre ai soliti sintomi, il ceppo indiano può causare perdita dell’udito e coaguli nel sangue.
“La nuova variante Delta mostra una maggiore trasmissibilità e una certa fuga immunitaria, ed è pronta a prendere piede”. A lanciare l’allarme sulla variante Delta del coronavirus, meglio conosciuta come variante indiana, è Hans Kluge (foto), direttore dell’Ufficio regionale dell’Oms per l’Europa. “Siamo stati già in una fase simile prima – ha aggiunto –. Durante la scorsa estate i casi sono gradualmente aumentati nelle fasce di età più giovani, per poi spostarsi in quelle più anziane, contribuendo a una devastante ripresa, a lockdown e perdite di vite umane nell’autunno e nell’inverno del 2020. Non ripetiamo questo errore”.
Ma quali sono i sintomi della variante Delta? E perché è più pericolosa? Innanzitutto tale variante si è distinta subito per una maggiore trasmissibilità del virus. L’analisi periodica di Public Health England (PHE) rileva che la variante è diventata prevalente in Gran Bretagna, è del 50% circapiù trasmissibile della variante Alfa (ex inglese) e aumenta di due volte e mezzo il rischio di ricoveri. Secondo i medici indiani, tra i sintomi osservati nei pazienti contagiati dalla variante Delta figurano, oltre a quelli già noti per il virus originario (mal di stomaco, nausea, perdita dell’appetito, dolori articolari), anche perdita dell’udito e coaguli nel sangue. Per quanto riguarda questi ultimi, si sono verificati casi in cui di microtrombi molto gravi, che determinano la morte dei tessuti. Per quanto riguarda invece i vaccini, deve essere ancora dimostrata la resistenza del virus agli anticorpi.
Riaperture – “A partire da questa settimana, circa 36 Paesi su 53 nella regione europea stanno allentando le restrizioni a seguito del calo dei casi Covid. Mentre dovremmo tutti riconoscere i progressi compiuti nella maggior parte dei Paesi dell’area, dobbiamo anche riconoscere che non siamo affatto fuori pericolo – è il monito lanciato da Kluge –. I tassi di notifica di casi Covid hanno mostrano in tutta la regione che la trasmissione comunitaria diffusa del virus continua. Con l’aumento degli incontri sociali, una maggiore mobilità della popolazione e grandi festival e tornei sportivi che si terranno nei prossimi giorni e settimane, l’Oms Europa chiede cautela”.
Decessi – “Per la prima volta dallo scorso autunno, la scorsa settimana i nuovi decessi Covid sono scesi sotto i 10mila nella regione europea, dove ad oggi abbiamo 55 milioni di casi confermati e 1,2 milioni di morti – ha spiegato direttore dell’Ufficio regionale dell’Oms per l’Europa –. Si tratta del 32% dei casi segnalati a livello globale e del 31% di tutti i decessi. Complessivamente, per due mesi consecutivi abbiamo assistito a un calo in termini di casi, ricoveri e decessi. La scorsa settimana sono stati segnalati un totale di 368mila nuovi casi, un quinto dei casi settimanali segnalati durante il recente picco in Europa, nell’aprile di quest’anno”.
Vaccinazioni – Ancora Kluge: “In sei mesi sono state somministrate nella regione europea più di 400 milioni di dosi di vaccini Covid. Questa estate, però, la vaccinazione deve avvenire a un ritmo molto più veloce, perché ad oggi il 30% delle persone nell’area ha ricevuto almeno una dose e il 17% ha completato il ciclo, e anche se siamo arrivati lontano, non siamo arrivati abbastanza lontano. La copertura vaccinale è lontana dall’essere sufficiente per tutelare la regione europea da una ripresa dell’epidemia. La distanza da percorrere prima di raggiungere almeno l’80% di copertura della popolazione adulta è ancora notevole. Dovremmo anche ricordare che essere vaccinati non ci impedisce automaticamente di ammalarci o di diffondere il virus. La vaccinazione riduce tuttavia la possibilità di ammalarsi gravemente o morire per Covid. Vi esorto quindi a vaccinarvi quando sarà il vostro turno e a raggiungere rapidamente un’elevata diffusione del vaccino nelle popolazioni più vulnerabili. In questo modo salviamo vite e mezzi di sussistenza, e poniamo fine alla pandemia prima”.
Campagna con Unicef – “Le persone attendono davvero con ansia l’estate, ma non ripetiamo gli stessi errori”. Per l’Oms Europa deve essere questo il mantra per la bella stagione in arrivo. L’Ufficio regionale dell’Agenzia Onu per la salute ha voluto ribadirlo anche con una campagna lanciata con l’Unicef per un’estate sicura. Missione: “Incoraggiare ognuno a esercitare cautela, ridurre i rischi e proteggersi da Covid, mentre si godono l’estate. Se scegli di viaggiare, fallo responsabilmente. Sii consapevole dei rischi. Applica il buon senso e non mettere a repentaglio i guadagni sudati. Ricorda le regole anti-contagio: lavati spesso le mani, mantieni le distanze, scegli contesti all’aperto e indossa una mascherina. Situazioni chiuse o affollate ti metteranno a maggior rischio. Pur con l’aumento della copertura vaccinale dobbiamo attenerci fermamente alle misure protettive per sopprimere il virus. Questo deve accadere anche se i casi diminuiscono. Una combinazione di misure di sanità pubblica e vaccinazione, né l’una né l’altra da sole, è la via d’uscita da questa pandemia”.
Kluge ha infine ricordato il precedente del 2020: “I casi sono diminuiti quando siamo entrati nel periodo estivo, ma poi c’è stata una nuova ondata. Quindi non è il momento di ridurre la risposta di salute pubblica al virus. Se vogliamo evitare un’altra ripresa della pandemia dopo l’estate, dobbiamo prendere in considerazione le lezioni dell’anno scorso: agire rapidamente sui segnali di aumento dei casi, ampliando i test e il sequenziamento e intensificando il tracciamento dei contatti. La chiave è godersi l’estate, ma farlo in sicurezza”.
Redazione Nurse Times
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