Roma – Ci sarebbe già il via libera della Commissione tecnico scientifica (Cts) dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa alla terza dose di vaccino anti-Covid. Si partirà a fine settembre con i pazienti immunodepressi (ad esempio i trapiantati, chi è in terapia oncologica o in trattamento per sclerosi multipla), ma il “booster” riguarderà anche gli anziani in Rsa e gli operatori sanitari più a rischio di esposizione al contagio. Per quanto riguarda il resto della popolazione, l’Aifa attenderà le conclusioni dell’Agenzia europea del farmaco Ema sulla questione della terza dose, che potrebbero arrivare tra un mese. L’orientamento, dunque, è questo.
Le tre categorie da cui si parte
Tre categorie prioritarie per cominciare, poi tutti gli altri, ma con tempi e modi ancora tutti da definire. La terza dose di vaccino anti-Covid – per stabilizzare la protezione immunitaria – si farà, e già da fine settembre. Primi in lista saranno i soggetti immunodepressi, gli anziani ed i sanitari. Successivamente toccherà agli altri cittadini, ma sulla necessità di un richiamo generalizzato gli esperti, al momento, hanno opinioni differenti. Ad illustrare più nel dettaglio il piano che verrà adottato è stato il commissario all’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo. «Si partirà con la terza dose a settembre per gli immunocompromessi, una platea di tre milioni di persone, poi – ha detto – a seguire, si andrà sugli anziani e sui sanitari e poi vedremo». La scelta su chi rivaccinare prima si basa sulla valutazione che in alcune categorie vi è una riduzione più anticipata dell’immunità offerta dai vaccini e quelle categorie verranno richiamate per una terza dose prioritariamente, come spiega il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. Per il resto della popolazione, precisa, «l’evidenza è che l’immunità si avvicini ad un anno».I dati
Sul fatto che la terza dose sia più urgente per soggetti immunodepressi e malati oncologici non c’è alcun dubbio e lo dimostrano i dati di un ultimostudio in via di pubblicazione: «Abbiamo dati su circa 600 pazienti oncologici confrontati con 250 soggetti sani in cui è stato seguito e monitorato per 4 mesi l’andamento degli anticorpi dopo la vaccinazione anti-Covid. Questi dati – annuncia Francesco Cognetti, presidente di Foce (Federazione Oncologi, Cardiologi e Ematologi) – dimostrano che c’è una diminuzione del tasso anticorpale in particolari pazienti oncologici con determinate caratteristiche. Lo studio dimostra cioè una diminuzione più precoce della immunoreattività dopo il vaccino in alcune categorie di malati oncologici rispetto ai soggetti sani». Questi dati, rileva, «potranno essere preziosi per la scelta dei malati da indirizzare immediatamente alla terza dose».
Concorda poi con la necessità di una terza dose per il personale sanitario il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli, secondo cui è «fondamentale procedere con la terza dose ai sanitari, dall’autunno, anche per prevenire reinfezioni – che sono già state segnalate in alcuni casi – e garantire una piena efficienza della categoria». Sergio Abrignani, immunologo all’Università di Milano e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts): «La terza dose riguarderà tutti gli italiani, seguendo la solita schedula: prima fragili, operatori sanitari, anziani, e poi gli altri. Chiunque si intenda di vaccini sapeva già dall’inizio che sarebbero servite tre dosi. II miglior modo è vaccinare con tre dosi perché in chi ha risposto male alle prime 2 dosi aiuta a far partire la risposta, mentre in chi ha risposto bene serve a prolungare la memoria immunologica». In merito, conclude Abrignani, «è probabile che arrivi a breve l’autorizzazione di Fda e Ema», aggiungendo che il richiamo verrà effettuato con vaccini a mRna.
Il duplice scopo
Impegnarsi a portare più vaccini nei Paesi che sono in forte ritardo con le immunizzazioni e, allo stesso tempo, avviare la somministrazione della terza dose nei Paesi più ricchi e avanzati. «Non c’è contraddizione, le due cose si devono fare contemporaneamente – aveva detto il ministro della Salute Roberto Speranza nei giorni scorsi – perché non possiamo comunque disperdere il livello di protezione acquisita nei nostri Paesi». A proposito di terza dose, il ministro aveva confermato l’intenzione di partire «già nel mese di settembre» con i soggetti più fragili, che hanno avuto una risposta immunitaria debole, dai pazienti oncologici ai trapiantati. «Poi seguiremo la bussola della fragilità e continueremo con gli anziani over 80 e gli ospiti delle Rsa, fino agli operatori sanitari, che sono le prime categorie che hanno ricevuto il vaccino». Ci sono, però, ancora milioni di italiani senza nemmeno una dose e il governo è pronto alla prossima mossa, con «l’estensione del Green pass e ulteriori ipotesi che sono state dibattute», dice Speranza, che tiene sempre alta l’attenzione: «Il Covid è ancora un nemico insidioso in tutti i nostri Paesi, ci sono ancora contagi e decessi, la prima battaglia è contro il virus».
Le dichiarazioni di Fauci
In un’intervista rilasciata a La Stampa-Il Secolo XIX, il virologo e consulente della Casa Bianca Antony Fauci si è espresso a proposito della terza dose. «Sarà necessaria una terza dose? È una buona idea» ha detto. Aggiungendo: «Abbiamo visto negli Usa, e in Israele, dove i programmi sono più avanzati, che dopo alcuni mesi l’efficacia dei vaccini diminuisce, sia nel caso di sintomi leggeri sia nel caso di quelli più gravi che necessitano di un ricovero. E questo soprattutto nel caso della variante Delta. Basandoci sui dati, prevediamo, entro settembre, di iniziare a distribuire negli Usa la terza dose di Pfizer, Moderna o Johnson&Johnson».
Redazione Nurse Times
Fonte: Il Secolo XIX
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