Un nuovo importante studio ha dimostrato che lo screening per il tumore al polmone su persone a rischio è in grado di ridurre significativamente il numero dei decessi.
Si tratta dello UK Lung Cancer Screening Trial (UKLS), pubblicato lo scorso 11 settembre sulla prestigiosa rivista The Lancet regional health (Europe). Lo studio ha testato l’effetto dello screening sulla mortalità da tumore al polmone della tomografia computerizzata (TC) a basso dosaggio del torace su una popolazione di persone a rischio ed il risultato è stato un aumento del numero di diagnosi precoci, con una conseguente riduzione dei decessi del 35%.
Questo significa che la diagnosi precoce del tumore al polmone e il conseguente intervento chirurgico salvano vite umane.
Lo studio ha coinvolto quasi 4.000 persone di età compresa tra 50 e 75 anni, tutte a rischio di sviluppare un tumore al polmone entro i successivi cinque anni.
Tra ottobre 2011 e febbraio 2013, oltre la metà dei partecipanti è stata sottoposta a TC a basso dosaggio del torace mentre i restanti partecipanti non sono stati sottoposti a screening, ricevendo l’assistenza medica abituale. Tutti i partecipanti sono stati seguiti per i successivi sette anni, durante i quali sono stati diagnosticati 161 tumori, 86 dei quali erano riferibili alle persone che erano state sottoposte a screening e 75 al gruppo che non lo era stato.
Tra coloro ai quali era stato diagnosticato un tumore al polmone sono stati registrati meno decessi nel gruppo sottoposto a screening (30 contro 46), fornendo così ulteriori prove sull’efficacia dello screening sulla sopravvivenza.
“I risultati dello studio UKLS sono molto incoraggianti e sostengono fortemente il nostro pluriennale impegno per l’attuazione di un programma nazionale di screening del tumore al polmone” dichiara il Prof. John Field, co-autore dell’UKLS Trial.
“In un momento in cui la diagnosi precoce e il trattamento del tumore al polmone stanno ancora risentendo negativamente dell’impatto che la pandemia da Covid-19 ha avuto sull’efficienza delle prestazioni del SSN, questo studio, insieme a molti altri, indica che la strada dello screening è quella più efficace e può salvare molte vite.” commenta il Dr. Buccheri, responsabile medico-scientifico di ALCASE Italia ODV.
“Non c’è più tempo per tergiversare, abbiamo bisogno di questo programma e ne abbiamo bisogno adesso”, conclude la Prof.ssa Deanna Gatta, presidente della stessa organizzazione non-profit.
Boves. lì, 17-09-2021
Ultimi articoli pubblicati
- Asl Torino 5, arrivano gli infermieri privati: accordo di tre mesi
- Batteri specchio, 38 scienziati chiedono di fermare le ricerche: perché?
- Manovra 2025: flat tax sugli straordinari degli infermieri e contributo per gli specializzandi non medici. Gimbe: “Soluzioni tampone”
- Aumenti da oltre 7.000 euro per ministri e sottosegretari: e gli stipendi di infermieri, oss e operatori sanitari?
- Concorso per 640 infermieri in Veneto
Lascia un commento