Da una parte c’è un bambino di appena 2 anni che ha una patologia cardiaca e deve essere sottoposto con urgenza a un intervento. Dall’altra parte ci sono i suoi genitori, una coppia modenese no vax, che non firma il consenso per l’eventuale trasfusione di sangue. A meno che non sia di donatori non vaccinati contro il Covid. Nel mezzo adesso c’è un giudice tutelare del Tribunale di Modena a cui si è rivolto il policlinico Sant’Orsola di Bologna, che ha in cura il bambino, per avere il via libera. Il giudice si esprimerà nelle prossime ore, ma nel frattempo è scesa in campo anche la Procura per i minori di Bologna, guidata da Silvia Marzocchi, con un ricorso del 2 febbraio al Tribunale per i minorenni a tutela del bambino e per un’eventuale limitazione della responsabilità genitoriale.
È la delicata vicenda che vede al centro un bambino che ha appena compiuto 2 anni e che ha una grave patologia cardiaca. I genitori si sono rivolti al reparto di Cardiologia pediatrica del policlinico bolognese, ma al momento di firmare il consenso all’eventuale trasfusione di sangue durante l’intervento, si sono fermati. Non accettano in nessun caso sangue che arrivi da donatori vaccinati contro il Covid. Anzi. I genitori pretendono che il sangue venga prelevato solo da soggetti che non si siano sottoposti alla profilassi.
L’idea che sottende la richiesta, sostenuta dalle frange più estreme dei no vax, è che attraverso una trasfusione di sangue il vaccino possa essere trasmesso dal donatore al ricevente. La richiesta, che secondo l’Ansa potrebbe discendere dalla fake news per cui i vaccini si otterrebbero da embrioni, «dunque feti uccisi», non viene naturalmente accettata dal policlinico. I genitori sono così convinti di questa tesi che cominciano a cercare donatori di sangue tra amici e conoscenti no vax, mettendone assieme, attraverso le chat su Telegram, una quarantina.
A quel punto il Sant’Orsola fa la sua mossa e a fine gennaio presenta un ricorso al giudice tutelare del Tribunale di Modena. Perché i sanitari che hanno in cura il bambino ritengono «che l’intervento chirurgico programmato non sia rinviabile stante l’estrema criticità della situazione e che occorra quindi acquisire il relativo consenso al fine di procedere con urgenza al ricovero e all’intervento», come si legge nella delibera che dà l’incarico al legale. Ieri il giudice ha acquisito il parere della famiglia, rappresentata dall’avvocato Ugo Bertaglia, esponente di Forza Nuova a Modena, e si esprimerà a breve.
Alla famiglia modenese no vax ha rivolto un appello il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, chiedendo di avere fiducia nei medici che hanno in cura il figlio. «I protocolli che regolano le donazioni, e che non permettono di scegliere il donatore — spiega —, sono scritti nell’interesse dei pazienti, per rendere i processi sicuri. Del resto, non comporta alcun pericolo ricevere sangue da donatori vaccinati contro il Covid-19».
Redazione Nurse Times
Fonte: corriere.it
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