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Nuovo Parlamento, Opi Trento scrive ai candidati: “Ecco le priorità degli infermieri per garantire risposte concrete ai bisogni di assistenza e salute”

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Coronavirus, Opi Trento: "Rispetto per gli infermieri e sicurezza dei pazienti nelle Rsa".
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Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta a firma del presidente Daniel Pedrotti (foto).

Gentile Candidato al Parlamento,
in questa anomala campagna elettorale si sta parlando poco di programmazione in sanità, nonostante il periodo critico che abbiamo attraversato e le impegnative sfide che dovremo affrontare nel prossimo futuro. Sono ormai sotto gli occhi di tutti la centralità della professione infermieristica, il valore e i valori di questa figura in tutti i contesti assistenziali.

Modelli innovativi e cambi di paradigma nella gestione dell’assistenza territoriale e dei bisogni sanitari e sociosanitari dei cittadini sono la chiave per fare in modo che non si arrivi in ospedale quando è troppo tardi, quando non è necessario o quando semplicemente non si trovano altre soluzioni, perché nella sanità del futuro la nostra casa possa diventare il “luogo di cura” d’elezione. I più recenti dati a disposizione riportano una riduzione del 10% dei ricoveri impropri e una riduzione dei tempi di attesa nelle Regioni che hanno puntato sull’infermieristica di prossimità.

Come infermieri, avvertiamo la frustrazione di chi persegue ogni giorno, nonostante le difficoltà, quei modelli nei percorsi di prevenzione, di continuità assistenziale e di cura nei contesti ospedalieri, di Rsa, fino ad arrivare al domicilio dei cittadini, ma si scontra con una realtà spesso non attrezzata per introdurre e sostenere tali modelli innovativi, e che soprattutto non ne trova declinazione operativa nei programmi elettorali.

Un dato che deve preoccupare è che gli infermieri sono pochi rispetto al fabbisogno e che la professione è sempre meno attrattiva, abbandonata da giovani e meno giovani, mentre i posti messi a bando negli atenei spesso non sono saturati. Il numero di infermieri necessari, stimato dalle analisi internazionali (Oms, Ocse, ecc.) non risponde ai numeri di cui l’Italia dispone e le cause sono da ricercare anche e soprattutto nel mancato riconoscimento valoriale ed economico della professione, oltre che nell’assenza di prospettive di carriera.

Ciò premesso, anche da parte delle future rappresentanze parlamentari del Trentino c’è bisogno di scelte precise per garantire a pazienti e cittadini risposte concrete ai bisogni di assistenza e salute. Per Opi Trento è importante sottoporLe le richieste che sono state esposte a livello nazionale dalla Fnopi. Gli oltre 460mila infermieri e infermieri pediatrici iscritti agli albi in Italia (4.600 iscritti al nostro Ordine) chiedono ora alla politica scelte lungimiranti e concrete per un cambio di passo indispensabile a garantire a pazienti e cittadini risposte adeguate ai bisogni di assistenza e salute, evitando il rimpallo di competenze tra Regioni – Province autonome e Stato, unendo le forze nel rispetto delle rispettive prerogative.

In aggiunta alle criticità sopradescritte, Opi Trento sostiene le nuove necessità normative per riconoscere la specificità della professione infermieristica, evidenziate dalla Fnopi, che sono raggruppabili in tre priorità:

  1. Prevedere l’inserimento all’interno dei Lea (livelli essenziali di assistenza) della branca specialistica assistenziale per dare uniformità di prestazioni a livello regionale, delle province autonome e nazionale, con l’istituzione delle competenze specialistiche (es. wound care, tutorship, gestione accessi vascolari, stomaterapia, interventi di educazione sanitaria e aderenza terapeutica…), che non sono ufficialmente riconosciute agli infermieri. È anche opportuno autorizzare la possibilità di prescrivere ausili e presidi, come strumento per applicare le competenze specialistiche, che rientrano nella sfera di competenza infermieristica come già accade in diversi Paesi Ue. Per le competenze specialistiche è urgente inoltre il riconoscimento formativo, organizzativo, contrattuale e di carriera, fra cui anche della figura dell’infermiere di famiglia e comunità;
  • Valorizzare la formazione universitaria infermieristica attraverso il riconoscimento delle competenze specialistiche formative (direzione/coordinamento e tutor dei corsi di laurea in infermieristica) e istituendo lauree magistrali a indirizzo clinico e scuole di specializzazione. Inoltre, si dovranno definire i posti del corso di laurea e delle lauree specialistiche in relazione al fabbisogno del sistema salute con una programmazione adeguata. Per questo è necessario prevedere il finanziamento della docenza universitaria e aumentare il numero dei professori infermieri che è inadeguato e non garantisce una formazione universitaria di qualità, nonché garantire gli standard numerici di rapporto Tutor/studenti;
  • Prevedere la ri-valorizzazione economica della specificità infermieristica istituita dalla legge di Bilancio 2021: oggi gli infermieri italiani sono al 25° posto come media annuale di retribuzione tra i Paesi Ocse (seguita solo da altri otto Paesi). Essenziale è anche il riconoscimento economico dell’esclusività per gli infermieri superando i vincoli dell’attuale legge sul Pubblico impiego, che risale ormai a 21 anni fa, o in alternativa consentendo l’esercizio della libera professione extramoenia per permettere di prestare il proprio servizio anche verso altre strutture pubbliche e non pubbliche.

Riteniamo che la politica debba porsi ora obiettivi precisi: senza infermieri, non c’è salute. Le chiediamo di far propri i contenuti di questa lettera e di impegnarsi affinché l’Italia sia una nazione che investa sull’infermieristica, e che la nostra professione torni ad essere attrattiva per i giovani e gratificante per chi già la esercita. I cittadini non possono più aspettare. Hanno bisogno di assistenza e hanno bisogno di assistenza di qualità.

Redazione Nurse Times

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