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Opi Torino, parla il nuovo presidente Ivan Bufalo: “La priorità è avvicinare l’Ordine ai bisogni degli infermieri”

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Opi Torino, parla il nuovo presidente Ivan Bufalo: "La priorità è avvicinare l'Ordine ai bisogni degli infermieri"
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Dopo le nomine in seno al consiglio direttivo, abbiamo contattato colui che guiderà l’Ordine torinese nei prossimi quattro anni, ma anche Giovanni Russo, presidente CAI, e Guglielmo Marciano, presidente CAIP. Ecco cosa ci hanno detto.

“Sono grato per la fiducia che ci è stata accordata e orgoglioso per il prestigioso incarico che mi è stato affidato. Ne avverto tutta la responsabilità e da subito mi impegnerò nell’interesse della professione, dei professionisti e degli assistiti a cui assicuriamo le nostre prestazioni”. Così Ivan Bufalo (foto), da noi contattato dopo la nomina a nuovo presidente di Opi Torino.

“La priorità – aggiunge – è ora quella di avvicinare l’Ordine ai bisogni degli infermieri che operano sul campo per sostenere la loro azione di tutela della salute dei cittadini. Servono interlocuzioni coraggiose, che portino a cambiamenti concreti in materia di organizzazione dell’assistenza e di attribuzione delle giuste competenze, in linea con i percorsi di studio e le previsioni di legge”.

Una preferenza netta, quella accordata dagli iscritti alla lista di Bufalo (Spazio Infermieri): quasi 1.100 voti, contro i nemmeno 650 ottenuti dalla lista del presidente uscente Massimiliano Sciretti (Esserci). Lo stesso Bufalo tiene a sottolineare come sia “la prima volta, nel nostro territorio, che una lista supera le 1.000 preferenze”. E ammette che il risultato è andato oltre le aspettative: “Ci aspettavamo un testa a testa. Invece siamo stati premiati con un consenso molto più ampio rispetto all’altra lista”.

Quindi il nuovo presidente rende onore all’avversario sconfitto: “Quella precedente non è stata una cattiva gestione. I conti dell’ente sono in ordine, così come il rispetto degli obblighi di legge. Tuttavia si può sempre migliorare. Ed è ciò che noi intendiamo fare. La nostra parola d’ordine sarà ‘coraggio’, anche se all’inizio servirà prudenza”.

Giovanni Russo

Opi Torino ha rinnovato anche gli incarichi del consiglio direttivo. Tra gli altri, Giovanni Russo è stato nominato presidente della Commissione Albo Infermieri (CAI). Anche lui, da noi raggiunto tetefonicamente, esprime soddisfazione per il risultato ottenuto: “Eravamo consapevoli della nostra forza e sono contento che le nostre argomentazioni abbiano fatto presa sugli elettori. Ben oltre le più rosee aspettative, tra l’altro, visto l’eclatante distacco della lista concorrente in termini di voti ricevuti. Voti che sono arrivati in maniera omogenea da tutto il territorio provinciale. E questo è un ulteriore motivo di orgoglio”.

Guglielmo Marciano

Guglielmo Marciano è stato invece nominato presidente della Commissione Albo Infermieri Pediatrici (CAIP). Ecco il commento che ci ha rilasciato: “Quella per la tutela degli infermieri pediatrici è una battaglia che parte da lontano e che io ho personalmente ho portato avanti, anche in occasione della conferenza Fnopi in cui sono stati convocati i presidenti CAI. In quella circostanza ho chiesto spiegazioni alla dottoressa Barbara Mangiacavalli, presidente Fnopi, che in precedenza aveva proposto una modifica della formazione universitaria, con trasformazione dell’Infermieristica pediatrica da laurea triennale in specialistica. Una modofica che, di fatto, comporterebbe l’abolizione del nostro profilo professionale. Ma l’infermieristica pediatrica non è una specializzazione dell’infermieristica, né di nessun’altra professione sanitaria riconosciuta dalla legislazione italiana. La specificità della nostra figura professionale è data dalle competenze acquisite durante la formazione universitaria triennale e applicate in relazione alle diverse patologie, sia pediatriche sia dell’età evolutiva”.

Marciano sottolinea poi come l’infermieristica pediatrica conservi una notevole attrattività. Motivo in più per non “sminuirla” sul piano formativo: “Il rapporto tra domanda e offerta è quattro a uno. Anche per questo non avrebbe senso cambiare la formazione universitaria. Inoltre non si comprende perché, in un momento di significativa carenza di infermieri e di disaffezione per la professione, al tavolo nazionale politico, in tema di fabbisogno, la Fnopi abbia richiesto meno infermieri pediatrici (252) di quanti ne abbiano chiesti le Regioni e il ministero della Salute (268), vista anche la cronica mancanza della figura professionale specifica nelle aree neonatologiche e pediatriche”.

Redazione Nurse Times

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