Una pratica aberrante (oltre che pericolosa), tenendo conto che viola il corpo di persone senza vita.
In Romania è scoppiato un vero e proprio scandalo nei confronti di alcuni medici, accusati di aver riutilizzato impianti estratti da alcuni pazienti morti. Le forze dell’ordine, come si legge stamane sul tabloid britannico Telegraph, avrebbero aperto un’inchiesta nei confronti di cinque persone.
Uno dei cinque medici sotto indagine lavorava in un ospedale presso la città di Iasi, nella zona est della Romania, ed è stato arrestato in attesa di ulteriori indagini. L’accusa nei suoi confronti è quella di abuso di potere e corruzione, così come fatto sapere dai pubblici ministeri attraverso apposito comunicato. Il medico, la cui identità non è stata resa pubblica, sarebbe stato a capo di una rete composta da altri quattro colleghi medici, che gli fornivano impianti cardiaci estratti da alcuni pazienti morti, senza ovviamente l’approvazione delle famiglie. Una pratica aberrante, tenendo conto viola il corpo di una persona senza vita.
Secondo quanto fatto sapere dai pubblici ministeri, il medico avrebbe eseguito ben 238 interventi chirurgici in sette anni dal 2017, anche se non è ben chiaro quanti siano stati gli impianti estratti in maniera illegale, o comunque di provenienza sconosciuta. Tra l’altro il camice bianco metteva a rischio il paziente, inserendo nel suo corpo impianti di altre persone ed esponendolo così al rischio di gravi complicazioni, se non addirittura di morte.
“Gran parte degli impianti consigliati dal medico non erano necessari – si legge sulla nota del pubblico ministero – e sono stati suggeriti da false diagnosi o da farmaci prescritti in precedenza, che avrebbero scatenato sintomi specifici”. Il Sistema sanitario rumeno è uno dei meno sviluppati dell’Unione europea e già in varie occasioni è stato oggetto di indagini per corruzione, inefficienze e gestione politicizzata.
Redazione Nurse Times
Fonte: Ilsussidiario.net
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