Il consigliere comunale e presidente del Consiglio di Elmas (Cagliari) ha risposto alle nostre domande sui temi di stretta attualità inerenti la professione infermieristica.

Dottoressa Argiolas, qual è il suo impegno per la sanità, e per gli infermieri in particolare?
“Avendo maturato un’esperienza decennale in pronto soccorso ed essendo anche infermiere di famiglia e comunità, posso dire di conoscere bene le problematiche sanitarie legate al territorio. Se sarò eletta, mi batterò affinché i pronto soccorso non siano più utilizzati in modo improprio e affinché le case di famiglia e comunità possano decollare in Sardegna, cosa che non è ancora avvenuta. Credo sia fondamentale alleggerire la pressione sugli ospedali, e per riuscirci si deve potenziare il servizio sul territorio, garantendo visite a domicilio per malati cronici, anziani e persone fragili in genere”.

Cosa ne pensa dell’abolizione del vincolo di esclusività per gli infermieri del pubblico impiego?
“Credo sia una cosa giusta. Non vedo perché gli infermieri non debbano essere liberi di esercitare la libera professione, così come fanno i medici attraverso l’intramoenia. Oltretutto potremmo essere molto utili a diverse strutture e avere la possibilità di guadagnare un po’ di più”.

Cosa ne pensa dell’oss con funzioni infermieristiche, anche alla luce della linea politica di Fnopi e Opi veneti, favorevoli alla creazione di questa nuova figura?
“Si tratta di una scelta dettata dalla volontà di sopperire alla carenza di infermieri, ma non la considero una soluzione al problema. Attribuire competenze infermieristiche a operatori che non hanno compiuto il nostro percorso di studi, secondo me, è assurdo. E poi la figura del ‘super oss’ esisteva già. Mi riferisco all’operatore socio-sanitario specializzato (osss), che però non è realmente riconosciuto negli ospedali, tant’è vero che non può nemmeno distribuire la terapia orale ai pazienti. Vogliamo rimediare alla mancanza di infermieri? Bene, allora assumiamone di più e riconosciamo le loro specializzazioni. Come quella di infermiere di famiglia, che almeno in Sardegna non è gratificata con uno stipendio adeguato. E io ne sono l’esempio, visto che guadagno come un infermiere di base”.

La professione infermieristica non sembra essere più attrattiva per i giovani: quali soluzioni?
“I giovani vanno motivati a intraprendere questa carriera con un’equiparazione degli stipendi agli standard europei e garantendo loro la possibilità di lavorare in ambienti sicuri, dove non corrano ogni giorno il rischio di essere aggrediti, come io stessa ho avuto modo di constatare tantissime volte quando lavoravo in pronto soccorso. Inoltre bisogna riconoscere i master: è inutile investire in formazione, se poi non si valorizzano le specializzazioni. E infine ritengo che sia necessario abolire il numero chiuso nelle facoltà di Infermieristica”.

Redazione Nurse Times

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