La manifestazione si è svolta stamattina davanti all’ospedale Santa Maria alla Gruccia.
Questa mattina, dalle 10 alle 13, all’ospedale Santa Maria alla Gruccia di Montevarchi (Arezzo) si è tenuto un flashmob degli infermieri del sindacato autonomo Nursind per denunciare come il personale sotto organico rappresenti un rischio per i pazienti.
“Sostituire i pensionamenti e garantire i servizi minimi – sottolinea il segretario provinciale Nursind di Arezzo, Claudio Cullurà (foto) – sono atti dovuti per un’azienda che si occupa di servizi sanitari. Altra cosa, invece, è fornire servizi di qualità, obiettivo che si persegue investendo sulla risorsa principale: gli operatori. È stato dimostrato che il rischio di decesso per i pazienti aumenta del 2% per ogni turno in cui il personale è al di sotto del monte ore programmato, e del 4% per ogni turno con elevato turnover. E il rapporto tra infermieri e pazienti è ben al di sopra della media ideale di uno a sei. In alcune aree dell’Asl Toscana Sud Est si arriva a un infermiere per venti pazienti”.
Secondo Cullurà, le dotazioni organiche sono vecchie di decenni, e parlarne sembra un tabù. Con il flashmob si è voluto coinvolgere la popolazione e fare informazione: “Invitiamo anche il direttore generale Antonio D’Urso a parlare direttamente con lavoratori e cittadini, senza nascondersi dietro l’ultima infornata di interinali e infermieri assunti a tempo determinato, che sono sufficienti unicamente a coprire i pensionamenti. È giunta l’ora di sedersi attorno a un tavolo per mettere in chiaro qual è il reale fabbisogno dei presidi ospedalieri del territorio. Perché, oltre al rischio clinico, questa situazione accresce l’esaurimento emotivo di infermieri e operatori socio sanitari, bruciando le risorse già impegnate nell’assistenza”.
Redazione Nurse Times
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