Il ministro della Salute, in visita ad alcune strutture di Prato e Firenze, ha incntrato il governatore Giani e il sindaco Nardella.
“Portare nelle case le cure, l’assistenza sanitaria, ma anche il sociale, anziché costringere i cittadini ad andare in ospedale”. Il governatore toscano Eugenio Giani e il sindaco fiorentino Dario Nardella puntano sul potenziamento della medicina territoriale e lo hanno detto chiaro e tondo al ministro per la Salute, Roberto Speranza, in visita al Centro Pegaso di Prato, alla casa della salute delle Piagge e al centro di cure intermedie di Villa Donatello, a Firenze.
Le prime esperienze di “ospedale senza muri” avviate in Toscana rappresentano un vero e proprio modello, lodato dallo stesso ministro: “Contro il Covid la Toscana ha dato una risposta molto importante e positiva, in un momento complicato per tutto il Paese. Le cure intermedie, il rafforzamento della rete sanitaria territoriale sono un obiettivo che resta anche al di là della pandemia”.
Tre i perni attorno ai quali ruota la medicina del territorio, chiamati a coordinarsi da un lato con l’ospedale e dall’altro con i medici di famiglia e gli infermieri di comunità: case della salute, strutture sanitarie per le cure intermedie e assistenza a domicilio. Ora si tratta di strutturare progetti già partiti in fase sperimentale, come i Girot (Gruppi di intervento rapido ospedale-territorio), un’esperienza unica in Italia, in cui Asl Toscana Centro e ospedale Careggi di Firenze lavorano insieme con i loro specialisti geriatri e internisti, ma anche nutrizionisti, fisioterapisti, per fornire ai pazienti anziani e cronici, al di fuori dal regime di ricovero ospedaliero, direttamente al letto di casa, tutta l’assistenza di cui hanno bisogno. Potenziando la telemedicina, che sarà sempre più centrale.
«I Comuni sono pronti a una collaborazione forte con la Regione e con le Asl, perché il modello vincente è quello toscano, che abbiamo presentato ieri al ministro – ha spiegato il sindaco Nardella –. Perché non si ripetano errori che si sono verificati in vari luoghi d’Italia con la drammatica esperienza del Covid dobbiamo mettere in campo il nostro valore aggiunto, ovvero la collaborazione della sanità e della Regione con i Comuni, la valorizzazione di tutta una serie di professioni come l’infermiere di famiglia e gli strumenti innovativi come le società della salute, che rappresentano la continuità socioassistenziale tra politiche sociali e politiche sanitarie”.
Redazione Nurse Times
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