Finalmente superate le contrapposizioni che in precedenza avevano impedito il raggiungimento di un’intesa.
Dalla Conferenza delle Regioni è arrivato l’accordo sulla nuova proposta riguardante i nuovi criteri di riparto del Fondo sanitario nazionale per le annualità 2022-2023, elaborata dalle Commissioni Salute e Affari finanziari. Un accordo inseguito a lungo, sui quali i governatori hanno espresso stavolta parere unanime.
Partendo dal riparto del Fondo sanitario 2022, il più urgente, parliamo in totale di 125,9 miliardi, anche se la quota indistinta (quella al netto del finanziamento per la soppressione del cosiddetto superticket, della fibrosi cistica e del DL 34/2020, nonchè dei finanziamenti già ripartiti in sede di Legge di Bilancio 2022) ammonta a 117,9 miliardi. Il Governo ha esteso anche il criterio utilizzato in via eccezionale per il riparto 2021, ossia l’85% delle risorse destinate alla copertura del fabbisogno standard nazionale per l’anno 2022, ripartito secondo i criteri usualmente utilizzati per la distribuzione della quota indistinta (che prevedono la pesatura per età della popolazione per i livelli “Assistenza specialistica ambulatoriale” e per il 50% del livello “Assistenza ospedaliera”) , mentre il restante 15% delle medesime risorse è ripartito sulla base della popolazione residente, riferita al 1° gennaio 2021 (cosiddetta popolazione secca).
Le Regioni hanno trovato l’accordo per un incremento della quota di finanziamento destinata alla premialità dallo 0,25% allo 0,4%, a parità di fabbisogno finanziario complessivo annuale. Per questo i governatori chiedono al Governo una specifica modifica legislativa e di destinare in parte la premialità 2022 alle Regioni penalizzate sul piano economico-finanziario dai criteri di riparto previsti dai provvedimenti precedentemente richiamati e per la parte restante, tenuto conto e in continuità con le assegnazioni dell’anno precedente.
Le principali novità riguardano però l’accordo per il 2023. Nel riparto è stato inserito un maggiore peso (1,5%) in funzione dei tassi di mortalità della popolazione sotto i 75 anni, in funzione delle condizioni socio-economiche dei territori (povertà relativa individuale, livello di bassa scolarizzazione, tasso di disoccupazione). Insomma, i famosi indici di deprivazione, più volte richiesti dalle Regioni del Sud. Anche in questo caso i governatori hanno chiesto al Governo di far salire la premialità allo 0,5%.
Nella proposta figura inoltre la richiesta di considerare quali Regioni di riferimento (Regioni Benchmark) per il riparto delle risorse finanziarie destinate al Ssn, in via definiva anche per gli anni successivi al 2022, le prime cinque tra quelle eleggibili indicate a livello ministeriale. Nella tabella seguente, la ripartizione relativa al 2022.
Redazione Nurse Times
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