La violenza di un’esplosione non ha pietà, nemmeno per i malati. Nemmeno per chi già soffre in un ospedale. Gli ospedali rimasti in funzione, sono al collasso: la gente viene medicata nei corridoi e, in alcuni casi, addirittura nei parcheggi. Arriva notizia di infermieri, medici e paramedici impegnati a liberare le strade di accesso dalle macerie, mentre i feriti che continuano a essere trasportati ricevono le prime cure nei parcheggi. Le esplosioni di Beirut hanno colpito e ditrutto tre ospedali e ne ha danneggiato altri due.
La capitale del Libano è caduta tante volte nella sua storia recente, per la guerra civile negli anni Settanta, per il conflitto con Israele nel 2006, e, ancora, per la lunga serie di attentati che l’hanno portata allo stremo nell’ultimo decennio.
Le eslosioni che ora distuggono gli ospedali, lacerano ancora di più l’animo libanese. La notizia viene confermata da al-Jazeera Mirna Doumit, presidente dell’Ordine degli infermieri di Beirut. “Abbiamo dovuto trasferire i pazienti in altri ospedali – ha detto – Altri due ospedali sono parzialmente distrutti. Si tratta di una catastrofe“.
“Camminando per la città ci si imbatte in tante altre situazioni simili, case e palazzi segnati dalle numerose guerre vissute in epoche più o meno recenti, lasciate così, non ristrutturate per una scelta voluta e consapevole. Di fianco, in contrasto, splendidi giardini verdi, piccoli gioielli architettonici, perle di design, locali che pullulano di giovani. Beirut è sempre stata consapevole della sua vulnerabilità, ma la velocità e la forza con cui ogni volta è rinata fa pensare che se c’è un posto dove quella parola abusata come “resilienza” può avere un senso, quello è proprio nella capitale del Libano” testimonia Luigi Mastrodonato a Wired.
Ora, anche questa volta, si prega perché rinascano dalle ceneri gli ospedali di Beirut.
Fonti: Adnkronos, il Fatto Quotidiano, Wired. Foto: Adnkronos.
Lascia un commento