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Cooperative per infermieri: vermi in queste splendide mele

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Cooperative per infermieri: vermi in queste splendide mele 1
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Riceviamo e pubblichiamo lo sfogo di un lettore, esausto per la situazione che molti infermieri sono obbligati a sopportare pur di trovare un’occupazione in sanità.

“L’INFERMIERE è IL PROFESSIONISTA SANITARIO RESPONSABILE DELLA PIANIFICAZIONE E GESTIONE DELL’ASSISTENZA INFERMIERISTICA, DI NATURA TERAPEUTICA, PALLIATIVA, RIABILITATIVA, EDUCATIVA E PREVENTIVA. RIVOLTA AD UN INDIVIDUO O ALLA COLLETTIVITà SIA DI PERSONE SANE CHE MALATE, AL FINE DI RECUPERARE LA SALUTE”.

Le svariate realtà ci mettono di fronte ad uno scenario ben diverso, triste e feudale per la professione.

Le testimonianze emerse da molti colleghi infermieri che si rapportano con le cooperative sociali per poter avere l’occasione di entrare a far parte del mondo del lavoro, non sono state delle migliori.

Strutture ahimè gestite da incompetenti, nessuna valorizzazione del professionista, turni che non rispettano minimamente le leggi nazionali ed internazionali sono all’ordine del giorno (mattino/notte – notte-smonto-mattino – turni di oltre 12 ore).

Durante i colloqui vengono proposti contratti a tempo indeterminato ma a quali condizioni?

Accettare che lo smonto dalla notte sia considerato un riposo compensativo? Che gli straordinari vadano a finire nella cosiddetta banca ore?

Richiedere candidamente durante il primo colloquio conoscitivo al candidato di non allontanarsi da casa nel suo giorno di riposo in quanto potrebbe essere richiamato senza percepire però alcuna reperibilità è la normalità.

Anche ribadire che lo smonto notte venga considerato effettivamente un risposo, con tanto di fantomatiche citazioni di un presunto codice deontologico dell’infermiere, è ormai consuetudine.

Non so davvero a quale codice deontologico facciano riferimento ma queste situazioni e rapporti di lavoro diventano dopo poco delle gabbie dalle quali è difficile uscire. Arrivi a fine mese con monte ore pazzeschi e ti ritrovi un pugno di mosche in mano.

Tutto questo accadeva prima dell’emergenza sanitaria in cui ci troviamo e continua anche durante la stessa. Mi chiedo: “Perché OPI, SITRA, Coordinatori infermieristici e infermieri stessi continuano ad accettare tutto ciò passivamente? Perché molti non conoscono o non fanno nulla per cambiare questa realtà?
O meglio è forse l’ora che imparino meglio a fare gli struzzi.”

Ci chiamano “ Eroi”, ricercano “infermieri specializzati” e ci rivolgono tantissime altre belle affermazioni. Ma questo non basta. Non più.

La valorizzazione delle competenze ma soprattutto la dignità della persona in primis non potrà emergere finché non verranno rimossi questi vermi presenti all’interno di queste splendide mele.

Claudio Tedeschi

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