Lo dimostrano i risultati dei trial di fase III degli studi EAGLE-2 e EAGLE-3, presentati da GSK in occasione dello European Congress of Clinical Microbiology and Infectious Diseases.
Nelle pazienti adulte e adolescenti con infezioni non complicate del tratto urinario l’antibiotico sperimentale gepotidacina si è dimostrato sia non inferiore che superiore alla terapia di riferimento con nitrofurantoina.
I risultati dei trial di fase III degli studi EAGLE-2 e EAGLE-3 sono stati presentati da GSK in occasione dello European Congress of Clinical Microbiology and Infectious Diseases (ECCMID). I risultati completi saranno presentati per la pubblicazione in una rivista scientifica nel corso dell’anno. La domanda di approvazione alla Fda è pianificata per il secondo trimestre 2023.
La presentazione fa seguito alla decisione di interrompere anticipatamente i due studi registrativi EAGLE-2 e EAGLE-3 dettata da una raccomandazione formulata dall’Independent Data Monitoring Committee lo scorso novembre sulla base di un’analisi intermedia prespecificata di sicurezza ed efficacia. Entrambi gli studi sono stati interrotti per la non inferiorità in relazione ai limiti di successo predefiniti e, inoltre, il trial EAGLE-3 ha raggiunto il limite predefinito per la superiorità.
La gepotidacina è un antibiotico triazaacenaftilene battericida sperimentale di prima classe che inibisce la replicazione del DNA batterico mediante un nuovo meccanismo di azione e sito di legame, in grado di inibire in modo bilanciato due diversi enzimi topoisomerasi di tipo II.
In questo modo è attivo contro la maggior parte dei ceppi di uropatogeni bersaglio, come Escherichia coli e Staphylococcus saprophyticus, compresi gli isolati resistenti agli attuali antibiotici. Inoltre, per via dell’inibizione bilanciata dei due enzimi bersaglio, è necessario che si verifichino mutazioni in entrambi per influenzare significativamente la sensibilità dei batteri al farmaco.
Il nuovo antibiotico è importante non solo perché rappresenta un progresso in un’area di trattamento che è stata a lungo stagnante, ma anche a causa della crescente resistenza alle terapie esistenti. A circa il 12% delle donne ogni anno viene diagnosticata un’infezione non complicata del tratto urinario (uUTI), anche se il numero è più alto nelle donne di età superiore ai 65 anni. Si ritiene che ben il 44% delle infezioni siano ricorrenti, creando un problema frustrante per molte pazienti.
Il programma clinico di fase III per la gepotidacina negli adulti e negli adolescenti comprende tre studi.
EAGLE-2 e EAGLE-3 erano studi globali quasi identici, randomizzati, a gruppi paralleli, in doppio cieco, di non inferiorità (margine del 10%), che hanno confrontato l’efficacia e la sicurezza di gepotidacina orale (1.500 mg somministrati per via orale due volte al giorno per cinque giorni) rispetto a nitrofurantoina (100 mg somministrati per via orale due volte al giorno per cinque giorni) per il trattamento delle uUTI su un totale di 3.136 pazienti arruolati.
La durata della valutazione è stata di circa 28 giorni. L’endpoint primario era la risposta clinica e microbiologica combinata alla visita Test-of-Cure (ToC) 10-13 giorni dopo l’inizio del trattamento in pazienti con uropatogeni qualificati sensibili alla nitrofurantoina.
EAGLE-1 (studio di non inferiorità nella gonorrea urogenitale, in corso) confronta l’efficacia e la sicurezza di gepotidacina rispetto a ceftriaxone più azitromicina in circa 600 pazienti con gonorrea urogenitale non complicata causata da Neisseria gonorrhoeae. La lettura dei dati è prevista nella seconda metà del 2023.
Negli studi EAGLE-2 e EAGLE-3 la gepotidacina si è dimostrata non inferiore a nitrofurantoina e, in EAGLE-3 ha dimostrato una superiorità statisticamente significativa rispetto al farmaco di riferimento.
Nel trial EAGLE-2, gepotidacina ha comportato il successo terapeutico nel 50,6% dei pazienti rispetto al 47% con nitrofurantoina. In EAGLE-3 il successo terapeutico ha riguardato il 58,5% dei pazienti rispetto al 43,6% con nitrofurantoina. In entrambi gli studi è stato osservato che il 94% dei partecipanti sottoposti a gepotidacina non ha ricevuto un ulteriore antibiotico perle uUTI durante lo studio, come rilevato alla visita di follow-up il giorno 28. I profili di sicurezza e tollerabilità di gepotidacina nei due trial erano coerenti con quanto emerso negli studi precedenti.
Gepotidacina ha anche dimostrato un’efficacia costante (successo terapeutico) rispetto a nitrofurantoina in sottogruppi chiave a rischio più elevato di fallimento della terapia, compresi i pazienti con patogeni di E. coli resistenti ad altri antibiotici, quelli con una storia di recidiva e quelli di età superiore ai 50 anni.
“Questi risultati rappresentano un passo avanti significativo in un’area che per decenni ha visto pochissima innovazione – ha dichiarato Florian Martin Erich Wagenlehner, ricercatore principale in EAGLE-2 -. La gepotidacina è il primo antibiotico a soddisfare i criteri normativi odierni, che stabiliscono una soglia elevata per l’efficacia dei trattamenti nelle infezioni non complicate del tratto urinario. La gepotidacina ha il potenziale per offrire agli operatori sanitari un’altra opzione orale per il trattamento di questa comune infezione comunitaria”.
Gli eventi avversi più comunemente riportati nei soggetti trattati con gepotidacina sono stati quelli gastrointestinali, dove la diarrea è stata la più frequente (16%), seguita dalla nausea (9%). Nella maggior parte dei casi la gravità degli eventi avversi gastrointestinali nel braccio gepotidacina, è stata lieve (69% di grado 1) e moderata (28% di grado 2). Quelli di grado 3 sono stati il 3% e si sono verificati in meno dell’1% dei soggetti. Si è verificato un evento avverso grave correlato al farmaco in ciascun braccio di trattamento (gepotidacina e nitrofurantoina) nei due studi.
Redazione Nurse Times
Fonte: PharmaStar
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