Amcli invita tutti a tenere viva l’attenzione. Servono 6 miliardi di dollari all’anno per la prevenzione. Occhio ai viaggi nelle zone a rischio.
Cinque milioni di casi in più nel 2016 e diffusione in 91 Paesi del mondo. Parliamo della malaria, malattia sviluppata soprattutto nelle zone più povere della Terra, dove attivare strategie di prevenzione è più difficile. Oggi, 25 aprile, si celebra la Giornata mondiale contro il virus e l’Associazione microbiologi clinici italiani (Amcli) invita tutti a tenere viva l’attenzione, soprattutto perché i dati registrano un nuovo aumento del contagio.
Mortalità – Settemila morti in più nel giro di un anno, dal 2015 al 2016. Sono dati che preoccupano, soprattutto se si pensa che da anni i numeri erano in calo. Una campagna dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) aveva portato a diminuire il numero dei bambini che non sopravvivevano al contagio: da uno ogni secondo nel 2005 a uno ogni minuto nel 2010, fino ad arrivare alla metà dei casi nel 2015. La nuova crescita dei contagi e delle morti indica che la malaria, nonostante gli sforzi e gli aiuti economici messi in campo, è ancora difficile da controllare.
Prevenzione – Il problema è che gli strumenti di controllo previsti non sempre sono applicati dove risulterebbero più utili. Nell’Africa Sub-Sahariana solo il 50% della popolazione a rischio ha la possibilità di dormire sotto zanzariere impregnate di insetticida. E solo un terzo dei bambini con sospetta febbre malarica riceve cure mediche. Se a tutto ciò si aggiungono le catastrofi ambientali, come la siccità o le guerre in alcune regioni, si può capire quanto sia complicato attuare una capillare attività di prevenzione. L’ Oms stima che servano 6 miliardi di dollari all’anno per portare a termine il progetto Global Technical Strategy for Malaria, che mira a ridurre del 90% i casi entro il 2030.
Chi viaggia deve fare attenzione – “Noi italiani, come tutti gli europei, siamo vulnerabili solo quando ci rechiamo in zone a rischio per vacanza, per lavoro o per attività di volontariato”, spiega Annibale Raglio, coordinatore del Comitato di studio per la parassitologia dell’Amcli, che aggiunge: “È fondamentale rivolgersi ai centri specializzati e seguire le indicazioni date da siti internet del nostro Istituto superiore della sanità , del ministero della Salute, dell’Oms o dei Center for Diseases Control degli Stati Uniti d’America”.
Bisogna conoscere infatti le precauzioni per diminuire il contatto con la zanzara che trasmette il virus e definire col medico una profilassi farmacologica corretta. Se al rientro da un viaggio si presentano sintomi influenzali, come febbre e brividi, ci si deve rivolgere subito a un medico o a un infettivologo. “Per l’Amcli la malaria è l’unica vera urgenza in parassitologia, perché in poche ore (4-6) un soggetto può sviluppare una forma grave con elevato rischio di perdita della vita”, spiega Pierangelo Clerici, presidente Amcli e direttore dell’Unità operativa di Microbiologia dell’Azienda sociosanitaria territoriale Ovest milanese.
Fonte: Tgcom24
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