Dopo oltre sei mesi di trattative è stata rinnovata la convenzione di medicina generale.
I sindacati Fimmg, Snami, Cisl Medici, Fp Cgil Medici, Simet, Sumai e la Sisac hanno firmato l’Accordo collettivo nazionale che prevede il riconoscimento degli arretrati economici per tutti i settori: medici di famiglia, di continuità assistenziale, di emergenza sanitaria territoriale e dei servizi territoriali.
Sarà ulteriormente valorizzato il ruolo della medicina generale che, come sottolinea la Fimmg, viene riconosciuta «come soggetto di riferimento per rispondere alle richieste di salute dei cittadini italiani garantendo la sostenibilità del SSN».
In disaccordo il sindacato Smi, che deciderà se apporre una firma tecnica solo dopo la riunione del Consiglio nazionale:
«Dietro il paravento di un atto dovuto – spiega il segretario generale Smi Pina Onotri -, il riconoscimento degli arretrati, si modificano aspetti normativi importanti. Intanto si definisce in senso punitivo e confuso il ruolo dei medici, rispetto ai piani nazionali sulla cronicità, i vaccini, e il governo delle liste di attesa. Inaccettabile. Quindi, non si precisano correttamente i criteri di assegnazione degli incarichi provvisori. Infine, si mette in discussione il diritto allo sciopero depotenziandolo».
Per i medici verrano recuperati gli arretrati relativi al periodo 2010-2017, per importi variabili compresi tra i 4.000 ed i 9.000 euro.
I versamenti saranno effettuati in due tranche, a partire dal mese in corso.
La convenzione della medicina generale interesserà oltre 64mila medici, e nello specifico 45mila medici di famiglia, 13mila medici di continuità assistenziale, 5mila medici dell’emergenza sanitaria 118 e circa mille medici dei servizi tra i quali i medici dei centri vaccini.
Un altro punto sul quale i sindacati intendono insistere riguarda la velocizzazione dell’accesso alla professione dei giovani medici.
Sarà ribadita la centralità del medico di famiglia nella gestione del paziente cronico e quello attivo nelle vaccinazioni e partecipazione al governo delle liste d’attesa. Per le donne in stato di gravidanza è stato stabilito che l’astensione obbligatoria per maternità non determini un ritardo nell’inserimento nella graduatoria.
Si è previsto inoltre che le attività di continuità assistenziale vengano svolte in sedi idonee, munite ad esempio di telecamere o meccanismi di allarme personali da parte del medico, a garantire la sicurezza.
Simone Gussoni
Fonte: sanitainformazione.it
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