Prosegue l’emergenza nei reparti dell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia. Momenti di tensione si vivono ormai regolarmente, tra reparti accorpati, carenza di personale e reparti accorpati.
Nel reparto di Chirurgia la situazione appare davvero molto delicata, ora che gli infermieri che abitualmente erano destinate alla suddetta unità operativa, vengono utilizzati anche in urologia e otorino.
Dopo un acceso diverbio tra direzione e personale sanitario, ben 5 infermieri in turno la mattina successiva si sarebbero assentati dal lavoro per un’improvvisa malattia. I colleghi del turno di notte sono stati quindi costretti a protrarre il proprio turno fino alle ore 14, compiendo un vero e proprio tour de force per 16 ore consecutive.
Una collega strumentista avrebbe addirittura operato per 26 ore in due diversi turni. “Sono tornata a casa distrutta ed esausta” ha raccontato.
Anche nel turno pomeridiano si sarebbero registrate molte malattie improvvise negli infermieri. Le corsie di fatto sarebbero nuovamente rimaste pressoché deserte, dopo che gli operatori stremati dal doppio turno, sono stati sostituiti da alcuni “jolly” pescati da altri reparti.
Ma ora l’azienda dichiara di volerci vedere chiaro, insospettita dalle decine di certificati di malattia ricevuti in contemporanea.
Il direttore del San Leonardo, Savio Marziani, ha inviato una dettagliata relazione ai vertici dell’ASL, avviando un’inchiesta interna.
Pronti a difendere i lavoratori sono scesi in campo i sindacati. “Tutto ciò – spiega Michele Costagliola, rappresentante RSU della Nursing Up – è frutto di una disorganizzazione aziendale che coinvolge non solo l’ospedale San Leonardo di Castellammare ma anche i presidi di Boscoreale e Sorrento. Si tratta di una serie di problemi che i sindacati hanno già più volte esposto e portato all’attenzione della direzione sanitaria.
Il direttore sanitario, il dott. Luigi Di Caterino, pur a conoscenza di tali situazioni, non ha fornito alcuna spiegazione né messo in atto provvedimenti per risolvere le problematiche evidenziate.
A questo punto – prosegue Costagliola – chiediamo al direttore generale dell’Asl Na3 Sud, Antonietta Costantini, di intervenire al più presto e mettere fine a questi disagi che coinvolgono non solo il personale ma anche i pazienti dell’intero distretto sanitario”.
Ma non è tutto. “Quanto accaduto oggi al San Leonardo – conclude Costagliola – evidenzia come il personale, in violazione anche delle norme del lavoro, si sacrifichi restando in servizio ben oltre l’orario consentito. Ma tutto ciò non può andare avanti ancora per molto, la Costantini deve intervenire al più presto“.
Dello stesso avviso anche Raffaele Amodio, coordinatore FSI Usae Aslna3sud.
“Chiederemo alla direzione sanitaria di consultare gli orari di lavoro e le disponibilità degli infermieri di turno in queste ultime 48 ore nel distretto stabiese-gragnanese.
Vogliamo capire perché non si è fatto ricorso allo spostamento di risorse tra reparti. Si sono violate le più semplici norme del lavoro in merito a orari e turni di riposo. Ci risulta inoltre che nel pomeriggio un infermiere in servizio presso il pronto soccorso è stato spostato in chirurgia.
Un’assurdità. Se riscontreremo delle violazioni o errori siamo pronti a portare l’azienda in tribunale per il tramite dello studio legale del lavoro. Nel frattempo abbiamo già scritto all’ufficio Risk Management per portare all’attenzione questa incresciosa situazione che si è verificata. Se la direzione sanitaria stabiese non è capace di affrontare tali situazioni emergenziale deve dimettersi“.
Ma ora sarebbe proprio l’ASL a passare al contrattacco, dopo l’assenza contemporanea di molti infermieri. Desiderosa di comprendere cosa sia successo, l’azienda sarebbe pronta a prendere seri provvedimenti nel caso venisse accertata una condotta scorretta degli infermieri assenti.
Una situazione che, evidentemente, è frutto di una serie di problemi che hanno generato conflitti anche tra gli stessi medici ed infermieri del San Leonardo. In particolare, questi ultimi lamentano il fatto che, dovendo servire tre differenti reparti, con degenti con patologie diverse, il loro lavoro risulta particolarmente difficile. E non solo.
“Ognuno dei tre reparti – dicono alcuni infermieri – ha un proprio primario, mentre gli infermieri sono gli stessi. Per cui per noi risulta complicato seguire le direttive di ciascuno dei tre“.
Simone Gussoni
Fonte: stabiachannel.it
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