La presenza di don Massimo Angelelli, cappellano del Policlinico Universitario Tor Vergata e nuovo Direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute, al tavolo attorno al quale si sono riuniti gli esperti che dovranno stilare la bozza del nuovo Codice Deontologico dell’infermiere ha destato non poco clamore tra i professionisti italiani.
Le pagine Facebook della FNOPI e della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) sono state tempestate di commenti e messagggi, spingendo la Federazione a chiarire il motivo di tale presenza.
“Il lavoro sul codice deontologico consiste nell’analizzare ed integrare tutte le proposte giunte dalla consultazione pubblica, tra cui Ordini ed Associazioni, ed è questo il focus principale del lavoro;
Gli esperti esterni del post di ieri, tra cui magistrati, giuristi ed eticisti laici, non sono gli estensori del codice ma portano il loro punto di vista peculiare;
Nei prossimi giorni ci saranno altri incontri con altri esperti di altre estrazioni culturali e disciplinari.
Preme infine ricordare che la finalità precipua del Codice Deontologico è il diretto contatto tra la professione e la società tutta con tutte le sue diversità.
Grazie a tutti per aver alimentato e continuare ad alimentare ulteriori spunti di discussione con l’indicazione di mantenere sempre un comportamento costruttivo, sereno, di senso e dialogante.”
Don Massimo Angelelli, dopo il quinquennio filosofico-teologico, ha seguito il percorso didattico sottoindicato:
Anche se tali qualifiche pare non abbiano molte attinenze con la professione infermieristica, daremo modo al sacerdote di esprimersi in materia.
Faremo anche finta di aver dimenticato le affermazioni esternare pochi mesi fa, nelle quali dichiaró come fondamentale “restituire ai medici il ruolo di protagonisti del processo terapeutico” e “valorizzare il ruolo delle strutture sanitarie cattoliche”, alla vigilia della Giornata mondiale del malato 2018 che si è celebrata domenica 11 febbraio, durante la quale non citò minimamente gli infermieri.
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