Assistiamo in queste ore ad un’uscita infelice da parte della prof.ssa Loredana Sasso professore ordinario del SSD Med/45 al Dipartimento di Scienze della salute dell’università di Genova
“C’è un movimento che sta cercando di recuperare l’infermieristica di base che da noi qualche DEFICIENTE chiama demansionamento…” sono queste la parole pronunciate dalla prof.ssa Sasso in occasione dell’evento “Il risveglio del Gigante”, organizzato dall’Associazione Antonella Santullo in collaborazione con l’Opi di Rimini.
Ricordiamo il ruolo fondamentale della prof.ssa Sasso nello studio RN4CAST, i cui esiti sono stati presentati a Rimini. Nell’evento la prof.ssa Sasso ha esposto nella sua relazione una panoramica sulle sfide per l’infermieristica del futuro: skill mix e le cure mancate (missed care).
Invitiamo la prof.ssa Sasso a scendere dalla propria cattedra e calpestare le corsie delle strutture sanitarie, di passare una giornata nei pronto soccorso degli ospedali o di affiancare per un giorno un infermiere impegnato a domicilio dei pazienti.
Nel pieno rispetto per le opinioni altrui, riteniamo inopportuno l’utilizzo di un termine così offensivo per puntare il dito contro chi la pensa diversamente. Una pessima uscita che lascia perplessi.
Prof.ssa Sasso il demansionamento non è un’invenzione degli infermieri che frustrati cercano il sensazionalismo o il vittimismo. Il demansionamento è una piaga che colpisce gli infermieri… guai a non capirlo! Questo purtroppo dimostra un distacco netta dalla base infermieristica, una visione tipica di chi è seduto sullo scranno più alto. Una distanza dalla realtà che la maggior parte degli infermieri italiani vivono quotidianamente.
Sentire quella parola fa male, proprio perchè pronunciata da una figura di riferimento per moltissimi infermieri che credono in lei.
Il demansionamento esiste come esistono le sentenze che dimostrano esattamente che gli infermieri che lo denunciano non sono dei poveri “deficienti” ma povere vittime di un sistema che ne mortifica l’orgoglio e annienta la volontà di appartenenza ad una comunità che non vede ancora la luce in fondo al tunnel.
Uno scivolone inspiegabile che sicuramente merita una replica di questa redazione, e allo stesso tempo le offre l’opportunità di poter argomentare meglio su questa testata il suo punto di vista.
Forse andrebbe rivista la traduzione in italiano di Missed Nursing care. Il suo significato letterale è chiaro ma non significa “cure mancate dell’assistenza infermieristica” intesa come core competence a carico dell’infermiere. Il significato di Nursing non è attribuibile solo all’infermiere nella lingua anglosassone/americana. Nursing sono tutte le cure che vengono date agli infermi e pazienti e possono essere erogate da infermieri (Registered Nurse), figure di supporto (Assistant Nurse) oppure dai caregiver familiari (quando parliamo di informal Nursing care).
Bisogna fare attenzione nella traduzione letteraria delle parole anglosassoni. Giusto dire “mancanza di cure assistenziali” che potrebbero essere anche cure eseguite da altre figure di supporto (O.S.S.), cui l’infermiere ha il compito di supervisionare affinché non vengano a mancare.
Massimo Randolfi
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